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Caso Orlandi, la verità del giudice Martella: “Emanuela è stata uccisa subito, il rapimento fu una copertura”

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Caso Orlandi, la verità del giudice Martella: “Emanuela uccisa subito”

Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa subito: ne è convinto il giudice Ilario Martelli che sul caso della ragazza scomparsa nel 1983 ha scritto un libro, Emanuela Orlandi, un intrigo internazionale, in uscita venerdì 30 agosto.

Intervistato dal Corriere della Sera, il giudice, che indagò sull’attentato a Papa Giovanni Paolo II nel 1981 e sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, rivela nel suo volume una nuova tesi sul caso: “Il rapimento della giovane sarebbe stato una sofisticata operazione di depistaggio orchestrata dalla Stasi, il servizio segreto della Germania dell’Est”.

Secondo Martella, quindi, il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi è strettamente collegato all’attentato al Papa e alla cosiddetta “pista bulgara”.

Il giudice, più volte minacciato di morte nel corso delle sue indagini, è convinto che Emanuele Orlandi fu uccisa subito dopo il rapimento: “Fu una raffinata operazione per nascondere le responsabilità sovietiche e bulgare nel tentativo di uccidere il pontefice, io stesso fui minacciato più volte di morte”.

“Esiste un’assoluta interdipendenza tra l’attentato del maggio 1981 a Giovanni Paolo II e il rapimento delle due ragazze” aggiunge Martella, secondo cui la sparizione delle due ragazze serviva a distogliere l’attenzione dalle indagini che puntavano a smascherare i complici bulgari di Ali Ağca, l’attentatore del Papa.

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