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“Harvard offre più stimoli di una cittadina di provincia”: ecco la lettera di scuse di Concita De Gregorio

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“Si tratta di una metafora con paradosso”, così Concita De Gregorio risponde ai dirigenti scolastici e ai docenti degli istituti alberghieri che aveva chiamato in causa qualche giorno fa durante una trasmissione di La7 e sul suo blog. “Aveva il tono di uno che, titolare di cattedra ad Harvard, è stato incaricato di una supplenza all’alberghiero di Massa Lubrense”, con questa frase la giornalista aveva descritto il premier dimissionario Mario Draghi in Parlamento, scatenando una vera e propria bufera. L’espressione, infatti, è risultata essere classista e antimeridionalista.

S&D

LE SCUSE DI CONCITA DE GREGORIO

Noi di TPI siamo andati a Sorrento – sede dell’alberghiero – e a Massa Lubrense dove abbiamo incontrato i docenti e la preside dell’Istituto Superiore San Paolo, Amalia Mascolo, che ci ha mostrato l’email di risposta e di scuse inviata da Concita De Gregorio. Questa era indirizzata ai docenti e ai dirigenti scolastici degli alberghieri che avevano sottoscritto, nei giorni scorsi, una lettera.

“Vi ringrazio della vostra lunga lettera che condivido nel merito sebbene non nelle allusioni alle mie abitudini alimentari e stile di vita, molto diversi da come li immaginate. Mi dispiace molto che le mie parole vi abbiano recato offesa, ma non era mia intenzione e provo qui a spiegare perché. Il soggetto della frase “incriminata” è Mario Draghi, non l’istituto alberghiero.
Si tratta di una formula retorica: una metafora con paradosso.

Si dice, a proposito del tono usato dall’ex presidente del Consiglio, che è come se si fosse sentito il titolare di cattedra in una delle più prestigiose università del mondo e fosse chiamato a esercitare una supplenza in una scuola professionale di una città di provincia. Un triplice declassamento, dunque, su un piano che continuo a ritenere oggettivo. Primo: essere titolare di cattedra è una condizione professionale migliore dell’esercizio di supplenza. Secondo: una importantissima università è una sede di lavoro più prestigiosa (per il docente, che continua a essere soggetto della frase) di una scuola secondaria di tipo professionale, le competenze della platea sono obiettivamente e naturalmente inferiori, anche in virtù dell’età degli studenti. Terzo: la sede, Boston, è un luogo che offre più stimoli di una qualunque cittadina di provincia, ma questo forse è opinabile. Osservo che molti preferiscono vivere in piccoli centri che nelle metropoli. Era, lo ripeto, un modo per dire che un professionista del calibro dell’ex banchiere centrale si è trovato ad avere a che fare con una platea – un’aula parlamentare – composta per la maggior parte da persone con competenze e formazione diverse da quelle con cui era abituato a trattare. Né la località che ho indicato né il tipo di scuola vanno intese in senso letterale. Erano funzionali all’esempio, intendevo indicare appunto la ‘retrocessione professionale’ di Draghi. Con questo non ho voluto dire che i docenti di qualunque istituto alberghiero siano meno preparati di un titolare di cattedra universitario di Harvard, naturalmente: è possibile che moltissimi lo siano, e mi dispiace se si sono sentiti chiamati in causa personalmente. Auguro loro le massime soddisfazioni. Non intendo neppure che gli studenti della scuola alberghiera, qualunque sia la denominazione attuale, siano meno dotati degli universitari di scuole di eccellenza: sono semplicemente più giovani, hanno tutto il tempo per raggiungere l’eccellenza nel loro ambito e persino come banchieri – se lo desiderano.
Vi assicuro che in futuro userò formule di fantasia, luoghi inventati e scuole che non esistono nel nostro ordinamento per evitare equivoci. Ma, ripeto, non si trattava di un’indicazione pedissequa, letterale: si trattava di un esempio in forma di paradosso funzionale a indicare la condizione di Draghi, non un giudizio su luoghi e persone lontanissimo, del resto, dal mio modo di pensare e dalla mia storia professionale. Rinnovo le scuse a chi si sia sentito, malgrado tutto ciò, coinvolto. Con il mio apprezzamento per il vostro lavoro, vi auguro il meglio”.

“LE AVEVO CHIESTO DI VENIRCI A TROVARE”

Ma a chiedere delle scuse, in seguito alla frase scritta e pronunciata su La7 dalla giornalista, è stata prima di tutto la dirigente scolastica Amalia Mascolo. La scuola comprende quattro indirizzi: turistico, amministrazione finanza e marketing, tecnologico, sistemi informativi aziendali, e alberghiero. Quest’ultimo, però, ha sede soltanto a Sorrento. A Massa Lubrense – che è 7 chilometri di distanza – è presente, invece, una sede staccata del turistico. “A me personalmente le scuse non sono mai arrivate, le avevo chiesto di venirci a trovare, l’avevo invitata”, ha detto Mascolo a TPI. La risposta, infatti, è stata inviata al dirigente del più grande alberghiero in Piemonte, come ha spiegato la dirigente dell’Istituto Superiore San Paolo, che ha preso le difese di tutte le scuole superiori enogastronomiche. Le scuse erano poi indirizzate anche agli altri dirigenti, studenti, personale scolastico e docenti. Ma l’invito di Amalia Mascolo in Campania non ha avuto una risposta o un riscontro. Inoltre, la dirigente scolastica continua a chiedersi perché Concita De Gregorio abbia tirato in ballo proprio la città di Massa Lubrense. Nella lettera, infatti, non è spiegato.

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