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“Qui c’è un ebreo”: scritta nella notte sulla porta di casa del figlio di una deportata a Mondovì (Cuneo)

Immagine di copertina
La scritta antisemita comparsa sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, una delle grandi voci dell'orrore dei lager, 24 gennaio 2020. La scritta "Juden hier", "qui ci sono ebrei", come nelle città tedesche durante il nazismo, è comparsa nella notte appena trascorsa a Mondovì (Cuneo) sulla porta della casa dove la donna ha vissuto sino alla morte, nel 1996. La via dove sorge la casa è stata intitolata proprio alla Rolfi pochi anni fa. ANSA/ RAFFAELE SASSO

Mondovì, scritta “Qui c’è un ebreo” sulla porta del figlio di una deportata

A pochi giorno dal Giorno della Memoria è comparsa sulla porta di casa del figlio di una deportata una scritta antisemita: “Juden hier”, qui abita un ebreo, e una stella di David disegnata sotto. La vicenda è avvenuta a Mondovì, in provincia di Cuneo.

La scritta sarebbe apparsa nella notte tra giovedì 23 e domenica 24 gennaio sulla porta dell’abitazione di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck come politica ma testimone dell’Olocausto.

In quella casa ora vive il figlio, che proprio qualche giorno prima aveva ricordato su un giornale locale la madre.

Il figlio di Lidia Rolfi ha sporto denuncia contro ignoti. “Ho attraversato questa porta molte volte. La scritta è apparsa oggi, dopo che Aldo è intervenuto su un giornale locale per ricordare sua madre. Al di là della patente ignoranza – Lidia è stata una deportata politica – è uno dei molti segnali che ci dovrebbero fare alzare la voce per ricordare a tutti che essere antifascisti è il primo dovere della memoria che abbiamo” commenta lo storico Bruno Maida a Repubblica che con Lidia Rolfi ha scritto diversi libri sulla deportazione.

“Mi sembra un gesto molto grave tanto più nella dimensione di Mondovì e per il ruolo di Lidia”, continua.

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