Prato, mistero sulla scomparsa di Denisa Maria Adas: “Temeva di essere uccisa”

La ragazza sarebbe dovuta ritornare a Roma sabato, ma da venerdì si non hanno più sue notizie
È mistero sulla scomparsa di Denisa Maria Adas, la ragazza di origini rumene svanita nel nulla a Prato. La giovane, che vive a Roma con la mamma, lo scorso lunedì si è recata a Prato dove aveva una serie di incontri già fissati. Escort di professione, alloggiava in un residence situato in via Ferrucci dove è stata ritrovata la sua macchina. La giovane ha incontrato un cliente nella serata di venerdì, poi è sparita nel nulla. L’uomo, che è stato ascoltato dagli inquirenti, avrebbe un alibi per tutta la notte. Denisa Maria Adas, che sabato sarebbe dovuta ritornare a Roma, aveva un ultimo incontro fissato per le 23 di venerdì.
La camera d’albergo dove alloggiava è stata trovata aperta con la chiave inserita dall’interno. Mancano alcuni effetti personali, tra cui due telefoni, la borsa e una valigia, mentre ci sono altri effetti personali come i trucchi e un paio di scarpe. Tutti elementi che non farebbero pensare a un allontanamento volontario, motivo per cui l’ipotesi di reato è al momento quello di sequestro di persona. Secondo quanto raccontato da alcune amiche, Denisa Maria Adas aveva confidato di temere per la sua incolumità. “Temiamo che qualcuno possa averle fatto del male” hanno dichiarato le amiche della ragazza scomparsa.
“Denisa ha un legame fortissimo con la madre: si sentono più volte al giorno, si aggiornano in continuazione” racconta al Corriere della Sera un’amica. “Era solita informarla dei suoi spostamenti, non mancava mai di rassicurarla sul proprio stato di salute. Siamo molto preoccupati: è una ragazza buona, dolce, dall’animo sensibile. Ha bisogno di essere trovata al più presto”. Un’altra amica, intervistata da TgCom, ha invece affermato che c’è “un dettaglio in particolare ha colpito la mia attenzione e quella dei suoi familiari: le sue scarpe si trovano su un armadio alto due metri. Ma Maria è bassina, è alta un metro e cinquantacinque. Per lei sarebbe stato quasi impossibile riuscire ad arrivare fin lì e posare le scarpe. Non aveva alcun motivo per posarle a quella distanza: forse qualcuno è entrato deliberatamente nella stanza, ma non possiamo saperlo”.