Delitto di Garlasco, nuovi accertamenti nella villetta dove è stata uccisa Chiara. La famiglia Poggi: “Anche stavolta violata la riservatezza delle indagini”

"I genitori di Chiara disponibili ma amareggiati per le modalità" ha dichiarato il legale dei genitori della vittima
A distanza di 18 anni dal delitto di Garlasco, i Ris e gli uomini del nucleo investigativo dei carabinieri sono nuovamente tornati nella villetta dove è stata uccisa Chiara Poggi con laser, scanner e droni con l’obiettivo riprodurre in 3d la casa e ricostruire le traiettorie delle tracce di sangue. Un’indagine che riapre una vecchia ferita e amareggia i genitori di Chiara. “Anche questa mattina, come sempre in passato, i genitori di Chiara hanno aperto le porte della loro casa agli inquirenti, come era stato loro richiesto per le vie brevi. Ancora una volta sono rimasti amaramente sorpresi nel riscontrare che il relativo decreto di ispezione era stato reso immediatamente disponibile alla stampa e non a loro, quali persone offese dal reato, in un contesto nel quale la Procura di Pavia si era formalmente impegnata a garantire la riservatezza della verifica investigativa” hanno scritto i legali della famiglia, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna. “Al momento non sappiamo quale sia lo scopo di queste ulteriori verifiche che sembrerebbero sovrapporsi agli accertamenti già compiuti in sede peritale nel contraddittorio tra le parti nel procedimento a carico di Alberto Stasi” hanno aggiunto i legali.
Le dichiarazioni dei legali arrivano pochi giorni dopo quelle di Rita Preda, la mamma di Chiara Poggi, la quale non solo ha ribadito la colpevolezza di Alberto Stasi ma si è detta stanca del fango che quotidianamente viene gettato sulla memoria della figlia attraverso indiscrezioni e notizie, spesso e volentieri, non veritiere. “Ma io dico: non si vergognano neanche un po’? Ma sanno chi hanno davanti? Chiara era una ragazza pulita, semplice. Non si devono permettere di infangare il suo nome perché voglio ricordare a tutti che mia figlia è morta. È stata uccisa. Lei è la vittima, anche se molti se lo sono dimenticato”. E ancora: “Noi lo abbiamo sempre detto: se vogliono indagare, approfondire, facciano pure. Ci mancherebbe. Ma noi, lo ripeto ancora una volta, siamo certi che la verità sia stata scritta con la sentenza di condanna di Alberto Stasi. Lui ha ucciso Chiara, è tutto provato. È chiaro che tutto questo contribuisce a ripulire l’immagine di Stasi. Non per noi”.