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Lombardia verso la zona arancione: cosa potrebbe cambiare da venerdì 27 novembre

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Lombardia verso la zona arancione, cosa potrebbe cambiare dal 27 novembre

La Lombardia potrebbe uscire dalla zona rossa ed entrare in quella arancione già a partire da venerdì 27 novembre, senza aspettare il Dpcm del governo previsto per il 3 dicembre. È quanto emerge dagli ultimi dati regionali analizzati dall’Iss: l’indice di contagio sarebbe sceso anche nelle province più colpite, come Milano e Monza, che ora registrano un Rt pari a 1.1, per quanto riguarda l’indice calcolato in riferimento ai positivi, e quindi alla circolazione del virus. Secondo quanto riporta Fanpage.it, anche l’Rt relativo ai ricoveri ospedalieri sarebbe in discesa: 0.9 a Milano e Monza, 1.1 a Varese. E anche nelle scuole di Milano e Lodi i contagi sarebbero in calo.

S&D

Dati “da zona arancione”, dichiarano fonti dell’amministrazione regionale a Fanpage, che giustificherebbero un’uscita anticipata dalla “zona rossa”, senza attendere la scadenza del Dpcm attualmente in vigore, e su cui sarebbe già in corso il dialogo con l’esecutivo. Qualora la misura fosse confermata, le principali novità riguarderebbero la riapertura dei negozi al dettaglio (mentre bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie resterebbero chiusi salvo che per il servizio di asporto) e la possibilità di spostarsi all’interno del proprio comune di residenza anche senza comprovate esigenze lavorative, di salute o altre necessità, e quindi senza autocertificazione. Resterebbe invece ancora in vigore il coprifuoco a partire dalle 22 e fino alle 5 del mattino, così come la chiusura di centri commerciali nei weekend e nei festivi, e il limite di capienza massima all’interno dei mezzi di trasporto, pari al 50 per cento.

Leggi anche: 1. Crisanti a TPI: “A mettere in dubbio il vaccino è il Ceo di Pfizer che vende le sue azioni, non io”; // 2. Esclusivo TPI. La notte dei tamponi che imbarazza la sanità campana: in quella RSA test ogni due minuti senza cambiare guanti fatti dal medico indagato; // 3. Esclusivo TPI. Tutti chiusi in casa, ma non l’ordine dei medici di Roma. La denuncia: “Ci sono le elezioni e il presidente vuole far votare 43mila colleghi in presenza”
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