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Home » Cronaca

Coronavirus, le imprese bocciano l’idea di un lockdown a Natale: “Meglio subito”

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Coronavirus, Natale a rischio lockdown, le imprese: “Meglio subito”

L’epidemia di Coronavirus in Italia avanza velocemente e molti hanno paventato la possibilità di un nuovo lockdown, magari a Natale: un’eventualità che il mondo delle imprese non intende nemmeno prendere in considerazione. Se proprio bisogna chiudere di nuovo, meglio farlo subito è il ragionamento dei commercianti, dal momento che una serrata durante le feste natalizie potrebbe arrivare a costare fino a sedici miliardi di euro a settimana. Quello di dicembre, infatti, è un mese chiave per l’economia italiana, già in grave difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus e per via del lockdown di marzo e aprile. Secondo il Centro studi di Confindustria, infatti, una chiusura totale delle attività nel corso delle feste natalizie potrebbe costare 0,8 punti percentuali di Pil.

“Nei mesi scorsi abbiamo stimato una perdita di Pil pari allo 0,8 per cento per ogni settimana di lockdown nazionale. Non è facile però in questo momento fare calcoli accurati sul costo di un’eventuale serrata natalizia perché non abbiamo un riferimento preciso sulla tipologia di lockdown che verrà eventualmente applicata nel caso si arrivasse a un tasso di contagio molto elevato. Sappiamo però che l’intensità dell’impatto sul Pil dipende dall’ampiezza e dal numero delle aree in cui vengono introdotte misure di contenimento delle attività e degli spostamenti delle persone, oltre che dalla quota di valore aggiunto territoriale suddiviso tra industria e servizi” dichiarano a Il Messaggero dal Centro studi dell’associazione.

Secondo Maurizio Stirpe, vice presidente di Confindustria, in questo momento è necessario “agire con prudenza, evitando soluzioni drastiche che darebbero il colpo di grazia ai timidi segnali di ripresa”. Per Stirpe “Bisogna seguire l’evoluzione giorno valutando le esigenze quotidiane, la situazione delle terapie intensive, i dati generali. E bisogna stare attenti a non soffocare l’economia che ha già tanto sofferto”. Gli fa eco Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato, che dichiara: “Le aziende che rappresentiamo, oltre 500mila, hanno subìto mediamente durante il primo lockdown un calo del fatturato del 60 per cento, ma in caso di lockdown natalizio l’asticella si alzerà ulteriormente. Per un’impresa su tre questo si tradurrà in un colpo da ko. Bisogna evitare a tutti i costi un nuovo stop alle attività produttive e potenziare al contrario le altre limitazioni capaci di abbassare la curva. Meglio il coprifuoco, soluzione scelta da Parigi, che una nuova serrata”.

Secondo Confcommercio, infatti, i consumi natalizi rimangono centrali nella spesa degli italiani. Secondo il Centro Studi di Confcommercio solo nel mese di dicembre si spendono per i consumi 110 miliardi su un totale annuo dii 900 miliardi. “Considerato che nel 2020 si avrà a consuntivo una perdita rilevantissima di spesa, pari a 116 miliardi di euro, che impatterà anche su dicembre, allora il prossimo Natale, pure per la grande quantità di risparmio forzoso accumulato dagli italiani durante il lockdown, potrebbe costituire per milioni di famiglie un’occasione per effettuare acquisti desiderati e rimandati. Se prevarrà la prudenza sulla paura si potrebbero osservare favorevoli sorprese in concomitanza con le prossime festività” dichiara Mariano Bella, capo dell’Ufficio studi di Confcommercio, che ribadisce il no a un’eventuale serrata natalizia: “Servono restrizioni che non danneggino le attività per evitare di trasformare ancora una volta l’emergenza sanitaria in emergenza economica”.

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