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Coronavirus, Fontana avverte: “Contagi non si riducono, presto non riusciremo ad aiutare chi si ammala”

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“Purtroppo i numeri del contagio non si riducono, continuano ad essere alti. Fra poco non saremo più nelle condizioni di dare una risposta a chi si ammala”: il presidente della Lombardia Attilio Fontana chiede ancora di “stare a casa”. “Amici io lo sto dicendo in modo educato, ma fra un po’ bisognerà cambiare il tono perché se non la capite con le buone bisogna essere un pò più aggressivi anche nel farvela capire. Non vi stiamo chiedendo un sacrificio così, ma per salvare delle vite umane. Ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri”.

La situazione in Lombardia si fa serissima e il governatore della regione Attilio Fontana passa ai modi duri. È in Lombardia che si registra all’incirca un caso sue due di coronavirus in Italia. Ovvero 16.220 casi su 31.506 . Come noto il numero di contagi registrato da Protezione civile e ministero della Salute è quello certificato dai tamponi, un numero decisamente inferiore rispetto alle stime della diffusione del virus: secondo Gimbe i positivi nel Paese sono almeno 100mila. Prendendo come riferimento i deceduti per coronavirus, in Lombardia sono 1.640 sui 2.503 nazionali:ovvero il 65%. Anche questo dato non è del tutto esaustivo, perlomeno non in tutte le province. Scrive L’Eco di Bergamo che secondo i sindaci del bergamasco “purtroppo i morti sono molti di più di quelli dei report”. Si tratta di “persone, soprattutto anziani, a cui non viene fatto il tampone e che quindi sfuggono al monitoraggio” scrive il giornale.

E Fontana, proprio partendo da questi dati, rincara la dose: “Per adesso ve lo chiediamo con la consueta tranquillità ma, se si dovesse andare avanti, chiederemo al governo anche le maniere forti”. Parole che arrivano dopo le notizie di ieri, quando la Regione ha comunicato i dati sugli spostamenti, con le celle telefoniche usate per capire chi esce di casa: e in Lombardia, a ieri, ancora il 40 per cento delle persone ha compiuto spostamenti oltre i 300 metri, nonostante i divieti e gli appelli a non uscire di casa per limitare la diffusione del contagio da coronavirus.

Leggi anche: 1. Il paradosso dei tamponi per il Coronavirus: se un calciatore è positivo fanno test a tutta la squadra, ma non ai medici in prima linea /2. Mascherine gratis per tutti: l’azienda italiana tutta al femminile che ha convertito la produzione industriale per il Coronavirus

3. Coronavirus, i ricercatori cinesi in Italia: “Vi abbiamo portato il plasma con gli anticorpi” /4. Coronavirus, Bergamo: così vengono curati i pazienti, sistemati anche nei corridoi

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