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Calabria, il nuovo commissario alla Sanità è Guido Longo

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La Calabria ha finalmente un nuovo commissario alla Sanità: si tratta dell’ex prefetto di Vibo Valentia Guido Longo. “Il nuovo commissario per la sanità calabrese è il prefetto Guido Longo. Un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità”, ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

S&D
Chi è Guido Longo: la carriera del nuovo commissario

La nomina è arrivata al termine del Consiglio dei Ministri di oggi, 27 novembre 2020. “Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, di concerto con il Ministro della salute Roberto Speranza, ai sensi dell’articolo 4, comma 2, del decreto-legge l° ottobre 2007, n. 159, ha deliberato la nomina del prefetto Guido Nicolò Longo a commissario ad acta per l’attuazione del vigente Piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione Calabria”.

“La nomina del Prefetto Guido Longo, un uomo che da sempre si è battuto per la legalità e contro la criminalità organizzata, è la scelta giusta per la sanità calabrese. Con questa decisione lo Stato saprà far sentire la sua presenza”. Lo scrive su Facebook il ministro e Capo Delegazione del M5s, Alfonso Bonafede. Commentando l’incarico ricevuto, Longo ha dichiarato: “Un atto d’amore verso la Calabria”.

“Fermo restando che lo strumento del commissariamento resta per noi una offesa alla capacità istituzionale dei calabresi, prendiamo atto della scelta del Governo, a cui abbiamo dato un collaborativo parere positivo, e ci mettiamo subito al lavoro al fine di garantire al nuovo commissario ad acta, il prefetto Guido Longo, la massima collaborazione in un momento di evidente grave emergenza sanitaria, e non solo a causa degli assalti del Covid-19”.Lo afferma il presidente facente funzioni della Giunta regionale della Calabria, Nino Spirlì.

“Il neo commissario – continua il presidente – dovrà risolvere l’annoso patimento dei calabresi che si ammalano di tumore, a causa del quale indossano gli scomodi panni di viaggiatori disperati. Dei cardiopatici e dei diabetici. Di chi soffre di malattie genetiche. Dei giovani e meno giovani affetti da disturbi della psiche e del corpo. Si dovrà occupare delle macerie di ospedali costruiti e mai battezzati, di ospedali arrivati ormai all’agonia architettonica e strumentale, di ospedali semivuoti e semipieni orfani di personale di ogni ordine e grado. Si dovrà occupare di una medicina di territorio mai nata o nata male, abbandonata a se stessa, senza alcuna attenzione del Palazzo, quando, addirittura, non offesa da silenzi burocratici annichilenti. Si dovrà occupare dell’arrogante arroccamento di responsabili irresponsabili, sordi agli squilli di telefono, ai tocchi sulla porta, alle richieste verbali o affidate alla penna vera e virtuale. Si dovrà occupare di rendere umano ciò che umano, fino a oggi, nell’universo sconquassato della sanità calabrese, non è stato”.

Chi è Guido Longo

Guido Longo ha lavorato a lungo a Palermo, come investigatore della squadra mobile, addetto alle sezioni Narcotici e Omicidi. Era la fine degli anni Ottanta, la stagione dell’aggressione dei corleonesi di Riina e Provenzano. Longo è stato poi alla Direzione investigativa antimafia, dove ha indagato sull’attentato a Giovanni Falcone, del 23 maggio 1992. Nel 2009, è stato nominato questore di Caserta, poi ha ricoperto lo stesso incarico a Palermo. E’ stato prefetto a Vibo Valentia. Gli è rimasta la fama di essere un superpoliziotto, “sbirro vecchia maniera – come ama definirsi lui – sempre in strada, a contatto con la gente, che va ascoltata”.

Il caos della Sanità in Calabria

Per la Regione, orfana del proprio presidente Santelli, prematuramente scomparsa, e attualmente guidata dal facente funzione Spirlì, sono giorni duri. Nonostante un numero contenuto di contagi Covid, la Calabria è stata inserita in zona rossa per la fragilità del proprio sistema sanitario, commissariato da oltre 10 anni. Tra tagli, sprechi, incompetenze e malavita, la Regione non è in grado di offrire una sanità efficiente ai propri cittadini, e così l’esecutivo è stato costretto a imporre il lockdown.

A peggiorare le cose, il valzer dei commissari. A dimettersi è stato innanzitutto Saverio Cotticelli, dopo la surreale intervista alla trasmissione di Rai 3 Titolo V nella quale ha dimostrato di non sapere che il piano Covid era di sua competenza. In poche ore l’esecutivo ha nominato un sostituto, Giuseppe Zuccatelli, costretto anche lui a dimettersi dall’incarico dopo che un video risalente allo scorso maggio ha suscitato numerose polemiche: nel filmato infatti Zuccatelli diceva che le mascherine non servono a evitare il contagio. Dichiarazioni poi rettificate dal diretto interessato, ma che sono state ritenute assolutamente incompatibili con il delicato ruolo che gli era stato affidato.

Il terzo nome scelto in pochi giorni per provare a risanare la disastrata sanità calabrese è quello di Eugenio Gaudio, ex rettore della Sapienza, che però ha declinato l’offerta per motivi personali. “Mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro”, ha spiegato in un’intervista. Come dimenticare poi il balletto e le polemiche intorno al nome di Gino Strada, che alla fine ha accettato di dare il suo contributo con la struttura di Emergency per la costruzione di ospedali da campo. Ora la nomina del nuovo commissario, che, si spera, possa mettere fine a questa telenovela. Il suo compito, questo è certo, non sarà facile.

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