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Burioni: “Da bambino sognavo di fare il camionista. I miei guadagni? Tutta invidia, frutto di anni di studio”

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Burioni: “Invidia per i miei guadagni, frutto di anni di studio e lavoro”

“Da bambino sognavo di fare il camionista, sui miei guadagni tutta invidia, sono frutto di anni di studio e lavoro”: lo dichiara Roberto Burioni, virologo già noto ancor prima della pandemia di Covid soprattutto per le sue battaglie social contro i no vax.

Intervistato da Il Corriere della Sera in occasione dell’uscita del suo libro, Burioni ha rivelato di non essere riuscito a realizzare il sogno che aveva sin da bambino, ovvero il camionista.

“Tra camion e camice c’è stato il pianoforte – rivela il virologo – L’ambizione degli anni dell’adolescenza, interrotta un secondo prima di iscrivermi al conservatorio”.

Nell’intervista, il virologo torna agli inizi della pandemia, ovvero quando capì che piega stesse prendendo l’epidemia di Covid. “A gennaio 2020. Quando seppi che una manager cinese in viaggio in Europa aveva contagiato diverse persone. Era la prova che anche gli asintomatici, gente all’apparenza non malata, poteva trasmettere il virus. Dissi pubblicamente che era necessaria la quarantena per chi aveva avuto contatti con persone che venivano dalla Cina. Per tutta risposta un governatore regionale mi diede del ‘fascio-leghista’”.

“Sia chiaro, anche io ho sbagliato qualcosa – aggiunge Burioni – Due cose: dire che la mascherina serviva solo ai malati, perché durante un’epidemia si era sempre fatto così; e scommettere sull’arrivo del vaccino non prima di due anni. La seconda previsione sono stato felicissimo di averla toppata”.

A chi gli rinfaccia di aver detto che in Italia non c’erano rischi, Burioni risponde: “L’ho detto il 2 febbraio 2020 perché le autorità in quel momento affermavano che il virus in Italia non c’era. E io mi sono fidato”.

La pandemia, rivela Burioni, gli ha regalato “alcune amicizie con persone che prima non conoscevo. Il generale Figliuolo, per esempio. Ma soprattutto Fabio Fazio”.

Accusato di guadagnare cifre astronomiche in quanto ospite fisso di Che Tempo che fa, Burioni afferma: “Nessuno ha scritto le cifre esatte e comunque sono fatti miei e dell’agenzia dell’Entrate. Vuol sapere la cosa che mi colpisce di più delle polemiche sui compensi?”.

“In Italia se uno vince dieci milioni al Superenalotto, cioè senza avere alcun merito, la gente è felice per lui. I soldi guadagnati mettendo a frutto anni di studio e di lavoro, quelli no, a tanti danno fastidio”.

Secondo il virologo, gli attacchi per i suoi guadagni sono provocati dall’invidia: “Al Superenalotto hanno l’ambizione di poter vincere tutti. Lo studio e la fatica sono un’altra cosa, evidentemente”.

Burioni rivela di ricevere ancora minacce dai no vax, anche se dichiara di “non pensarci più di tanto”, e afferma di non credere più al dialogo con coloro che sono contrari al vaccino: “Non ci può essere alcun dialogo ormai. Essere no vax, alla luce di quanto sappiamo dei vaccini, è una scelta irrazionale. Impossibile convincere con le armi della ragione chi fa scelte irrazionali. Anche il tifo calcistico è irrazionale. Io sono tifoso della Lazio: secondo lei qualcuno, ragionando con me, potrebbe portarmi a tifare per una squadra che vince di più, tipo la Juventus?”.

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