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Modena, all’ospedale di Baggiovara avanzano le dosi del vaccino anti-Covid: gli operatori sanitari chiamano figli e parenti

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Modena, all’ospedale avanzano dosi di vaccino anti-Covid: gli operatori sanitari chiamano i parenti

All’ospedale avanzano le dosi di vaccino anti-Covid: gli operatori sanitari, così, pensano bene di chiamare i parenti per somministrare loro il siero.

È quanto accaduto lo scorso 5 gennaio nel centro unico di Baggiovara, a Modena. Non potendo riutilizzare le dosi in eccesso per il giorno seguente, infatti, gli operatori hanno deciso di vaccinare i parenti che però, non appartenendo alle categorie scelte per questa prima fase, non avevano il diritto di ricevere la vaccinazione.

La notizia, diffusa dalla Gazzetta di Modena, è stata confermata dall’Ausl della città emiliana che ha fermamente condannato l’episodio.

“Quanto avvenuto non risponde ad alcuna direttiva o indicazione fornita dall’Azienda”, è il commento dell’Ausl modenese che ha avviato un’istruttoria urgente per individuare “tutte le persone responsabili di tale condotta, operatori sanitari o altre figure impegnate nel coadiuvare i team vaccinali in qualità di volontari”.

“Consapevole della gravità dell’errore commesso, e dell’impatto che ciò può generare sulla popolazione che attende il vaccino- dichiara l’azienda sanitaria – l’Ausl si scusa con tutti i cittadini e si impegna a garantire la massima trasparenza, così come è stato fatto fin dall’inizio, nelle procedure di somministrazione e utilizzo del vaccino”.

L’Ausl ha inoltre ricordato che “quando alla fine della giornata di vaccinazione rimangono alcune dosi già ricomposte, poiché la loro durata è di sole sei ore e non possono dunque essere utilizzate il giorno successivo, vengono contattati operatori sanitari che hanno dato la disponibilità ad essere vaccinati, persone già presenti in ospedale oppure già prenotate in altre giornate, al fine di non sprecare nessuna dose”.

Invece “alcuni operatori al lavoro nel punto vaccinale, in totale autonomia – questa la ricostruzione dell’azienda sanitaria – hanno pensato di contattare alcuni propri congiunti, con l’idea di non sprecare dosi che non avrebbero potute essere utilizzate il giorno successivo”.

“Appena venuti a conoscenza di ciò – continua l’Ausl – gli altri professionisti presenti hanno subito informato il responsabile del punto vaccinale e la direzione aziendale, che hanno dato perentorie indicazioni di bloccare immediatamente qualsiasi iniziativa in tal senso. Purtroppo però i vaccinatori, assolutamente non al corrente di quanto stava accadendo, avevano già somministrato alcuni vaccini. Dunque si è venuti a conoscenza che le persone contattate non erano tra gli aventi diritto soltanto a vaccinazione già avvenuta”.

La nota dell’Ausl si conclude, quindi, con un messaggio rivolto ai professionisti impegnati nell’attività vaccinale in cui si ricorda “l’assoluto divieto di iniziative autonome che escano da quelle previste per l’erogazione dei vaccini”.

Leggi anche: 1. Vaccino Covid, l’Ema dà il via libera a quello di Moderna /2. La variante inglese è più diffusa tra i bambini: riaprire le scuole significherebbe favorire il virus (di Selvaggia Lucarelli) /3. Disuguaglianze: ricorderemo il 2020 come uno degli anni peggiori

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