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Home » Cronaca

Festa della Liberazione, Mattarella all’Altare della Patria con Draghi. Il premier: “Non tutti fummo brava gente, non scegliere è immorale”

Immagine di copertina

25 aprile, Mattarella e Draghi all’altare della Patria: “Non scegliere è immorale”

Nel giorno della Festa della Liberazione, oggi, domenica 25 aprile 2021, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il premier, Mario Draghi, si sono recati all’Altare della Patria a Roma per deporre una corona di fiori al Milite ignoto.

Al loro fianco vi erano anche i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e il presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio.

La tradizionale cerimonia si è conclusa con il passaggio delle Frecce tricolori sopra l’Altare della Patria. In occasione delle celebrazione della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, il Capo dello Stato ha ricordato “il sacrificio di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo Italiano di Liberazione, di quanti furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta”.

25 aprile
Credit: Ufficio Stampa Quirinale

“Rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione Repubblicana, furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel dopoguerra e che ci guidano oggi verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese” ha ricordato Mattarella.

“Ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile, quel filo conduttore che, dal Risorgimento alla Resistenza, ha portato alla rinascita dell’Italia. Viva la Liberazione, viva la Repubblica” ha concluso il presidente della Repubblica nel suo messaggio.

La visita a sorpresa al Quadraro

Al termine delle celebrazioni in Piazza Venezia, il Capo dello Stato si è recato a sorpresa nel quartiere romano del Quadraro, dove si svolse una delle pagine più tristi e poco ricordate della storia della Liberazione.

Qui, alla presenza della Sindaca di Roma, Virginia Raggi, Mattarella ha deposto una corona di alloro davanti al monumento che ricorda il rastrellamento e la deportazione di molti abitanti del quartiere.

Il quartiere Quadraro fu teatro del più feroce rastrellamento da parte delle truppe naziste. L’operazione, scattata all’alba del 17 aprile 1944 e diretta personalmente dal maggiore Kappler, si concluse con la deportazione in Germania di circa un migliaio di uomini, tra i 18 e i 60 anni, costretti a lavorare nelle fabbriche in condizioni disumane. Molti di essi vennero uccisi nei campi di sterminio, altri, fuggiti per unirsi alle formazioni partigiane, caddero in combattimento.

25 aprile
Credit: Ufficio Stampa Quirinale

Draghi: “Non scegliere è immorale”

“Nell’onorare la memoria di chi lottò per la libertà dobbiamo anche ricordarci che non fummo tutti noi italiani brava gente. Dobbiamo ricordare che non scegliere è immorale. Significa far morire un’altra volta chi mostrò coraggio”: lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella sua visita al Museo della Liberazione.

“Constatiamo con preoccupazione l’appannarsi dei confini che la storia ha tracciato fra democrazie e regimi autoritari, qualche volta persino fra vittime e carnefici. Vediamo crescere il fascino perverso di autocrati e persecutori delle libertà civili. Soprattutto quando si tratta di alimentare pregiudizi contro le minoranze etniche e religiose” ha dichiarato Draghi.

“Il linguaggio d’odio che sfocia spesso nel razzismo e nell’antisemitismo contiene sempre i germi di potenziali azioni violente. Non va tollerato. È una malapianta che genera consenso per chi calpesta libertà e diritti, quasi fosse un vendicatore di torti subiti, ma diffonde soprattutto il veleno dell’indifferenza e dell’apatia” ha concluso il premier.

Leggi anche: Festeggiare il 25 aprile per scegliere chi vogliamo essere dopo il virus (di Marco Revelli)

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