Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 15:59
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Migranti: Pia Klemp, ex capitano delle navi Iuventa e Sea Watch, rischia 20 anni di carcere

Immagine di copertina

Capitano nave ong carcere | Pia Klemp, ex capitano delle navi Iuventa e Sea Watch-3, è indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e verrà processata in Italia.

La donna, tedesca, 35 anni, ha iniziato la sua carriera sei anni fa a bordo della nave del gruppo ambientalista Sea Shepard poi è passata alla Sea Watch e infine della Iuventa

Con il suo equipaggio, ha salvato diverse migliaia di profughi. Nel giugno dello scorso anno, tuttavia, la Klemp ha appreso che le autorità italiane stavano indagando su di lei e su altri volontari di varie navi.

Nell’agosto 2017 le autorità italiane hanno sequestrato la nave Iuventa, comandata dalla donna, al largo di Lampedusa. Anche i computer e i telefoni cellulari che erano a bordo sono stati sequestrati.

“Iuventa”, un film racconta come il sogno di dieci studenti tedeschi di salvare i migranti è finito sotto inchiesta in Italia

Il sequestro faceva parte di un’inchiesta partita nel 2016. Il governo che ha autorizzato la ‘sorveglianza’ è stato quello guidato da Paolo Gentiloni, il successore di Matteo Renzi, del Partito Democratico, due anni prima dell’avvento al potere dell’alleanza tra la Lega e  Movimento 5 Stelle.

La decisione della giustizia italiana di poter leggere il contenuto dei dispositivi della Iuventa – posticipata più volte – è arrivata nel maggio 2018 dal procuratore siciliano che ha ordinato il sequestro, Ambrogio Cartosio.

Nel frattempo, quasi  60.000 persone hanno firmato una petizione per chiedere che l’Italia rinunci ai procedimenti penali contro Pia Klemp e gli altri membri dell’equipaggio che hanno salvato migliaia di migranti nel Mar Mediterraneo.

Secondo le informazioni che Pia Klemp ha avuto dal suo avvocato, almeno quattro diverse autorità investigative italiane hanno lavorato sul suo conto e su quello del suo equipaggio, compresi i servizi segreti italiani. In un’intervista rilasciata al quotidiano Basler Zeitung, Klemp ha dichiarato che il processo a suo carico inizierà a breve. Il suo avvocato le ha anche detto che rischia “fino a 20 anni di prigione”.

“Ho lavorato su una nave ong con la talpa della Lega per mesi: ecco come hanno costruito la macchina del fango”

L’inchiesta che ha portato all’attuale processo deve quindi determinare se il capitano Pia Klemp abbia “collaborato” con i contrabbandieri libici per salvare i migranti presi in mare con la sua nave: questa “complicità”, se fosse dimostrata dalla giustizia italiana, trasformerebbe lo status dell’ex capitano della Sea Watch da “soccorritore umanitario di migliaia di persone in mare” a “complice dell’immigrazione clandestina”.

Pia Klemp, cresciuta a Bonn, ha studiato biologia e ha navigato per dieci anni, inizialmente assunta dall’armatore della nave di soccorso “Iuventa” nel 2017.

ESCLUSIVA TPI – “Salvini ci chiese di spiare le ong per far aprire un’inchiesta”: parla la talpa della Lega

Un mese dopo, tuttavia, la nave dell’organizzazione per l’assistenza ai rifugiati Jugend Rettet è stata sequestrata. Fino ad allora l’equipaggio aveva salvato più di 14mila persone dal 2016. Dopo il sequestro, è risultato che lo stesso equipaggio era monitorato da mesi dalle forze dell’ordine italiane. Il ponte radio è stato intercettato, come anche i telefoni satellitari.

Fino ad allora, tuttavia, non era noto che le indagini fossero indirizzate nei confronti dei singoli membri dell’equipaggio. Pertanto, poco tempo dopo, nel settembre 2017, la Klemp aveva assunto il comando della “Sea-Watch 3”. Circa nove mesi dopo, è venuta a conoscenza delle indagini ed è rientrata in Germania dietro consiglio del suo avvocato.

Capitano nave ong carcere | I morti nel Mediterraneo

Intanto, le due Ong Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranee hanno diffuso nuovi dati sulle morti nel Mediterraneo. A un anno dall’annuncio del governo italiano di chiudere i propri porti alle navi umanitarie, “almeno 1.151 persone, uomini, donne e bambini vulnerabili, sono morte e oltre 10 mila sono state riportate forzatamente in Libia, esposte ad ulteriori ed inutili sofferenze”.

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Ragazzo di 17 anni scomparso da giorni: avvistato alla Stazione centrale di Milano. Continuano le ricerche
Cronaca / I due agenti segreti italiani annegati nel Lago Maggiore stavano svolgendo una missione insieme al Mossad
Cronaca / Trovato morto Philip Rogosky, il produttore cinematografico scomparso a Roma
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Ragazzo di 17 anni scomparso da giorni: avvistato alla Stazione centrale di Milano. Continuano le ricerche
Cronaca / I due agenti segreti italiani annegati nel Lago Maggiore stavano svolgendo una missione insieme al Mossad
Cronaca / Trovato morto Philip Rogosky, il produttore cinematografico scomparso a Roma
Cronaca / La lettera dal carcere di Ilaria Salis: “Sono in un buco nero ma so di essere dalla parte giusta della storia”
Cronaca / Ragazzo di 17 anni scomparso da quattro giorni: l’ipotesi di una fuga in Russia
Cronaca / Bambina di 5 anni azzannata alla testa da un pitbull mentre dorme: è grave
Cronaca / Imperia, disabili picchiati in una struttura protetta: indagati 8 operatori sociosanitari
Cronaca / Incidente sull’A1: pullman Flixbus esce di strada, muore passeggero 19enne
Cronaca / Previsioni meteo: cosa ci aspetta a Pasqua e Pasquetta
Cronaca / Stanotte l’eclissi penombrale di Luna: quando e come vederla in Italia