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La Stazione spaziale cinese si è disintegrata sull’Oceano Pacifico

Immagine di copertina
La Stazione spaziale cinese si è disintegrata sull'Oceano Pacifico.

Il satellite Tiangong-1 è rientrato in contatto con l'atmosfera il 2 aprile, alle 02:16 di notte ora italiana, disintegrandosi sul Pacifico

La Stazione spaziale cinese Tiangong-1 è rientrata in contatto con l’atmosfera il 2 aprile, alle 02:16 di notte, ora italianaIl satellite Tiangong-1 si è disintegrato nel sud dell’Oceano Pacifico.

Secondo l’astrofisico Jonathan McDowell, dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, la stazione è caduta a nord-ovest di Thaiti.

È quanto hanno stabilito gli esperti della Agenzia Spaziale Italiana (Asi) nel corso dell’ultimo colloquio tecnico presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, dopo che per giorni si era parlato della possibilità che la stazione potesse cadere sul territorio italiano (qui gli aggiornamenti in diretta).

“Il comitato tecnico scientifico, riunito in seduta permanente presso la sede del Dipartimento della protezione Civile, sulla base degli ultimi dati forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), ha escluso la possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 abbiano impattato sul territorio nazionale”, scrive l’Asi.

Il capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, d’accordo con Asi e con gli altri partecipanti al tavolo, ha quindi dichiarato concluse le attività, ringraziando tutte le componenti del sistema nazionale di Protezione Civile, il consigliere militare della presidenza del Consiglio dei ministri, i Ministeri degli Interni, degli Esteri, della Difesa, Enac, Enav, Ispra-Snpa, Cnr, Inaf e le università “La Sapienza” di Roma e Politecnico di Milano.

La stazione spaziale ha trascorso in orbita 2.375 giorni e 21 ore.

caduta stazione spaziale cinese diretta

Intanto, nella notte fra il 31 marzo e il primo aprile, il Gruppo di astrodinamica per l’uso dei sistemi spaziali (Gauss) aveva immortalato la Stazione spaziale cinese mentre “passava sopra” l’Italia. Ecco le immagini, in compagnia di Marte e Saturno.

L’attesa per il rientro

Il rientro previsto inizialmente era fissato per il primo aprile, il giorno di Pasqua. Poi era slittato al 2 aprile, alle ore 02:34 di notte in Italia. Avevamo pubblicato anche le diverse face orarie interessate dal rientro della Stazione spaziale cinese. La prima fascia a rischio era quella che va dalle 04:25 alle 04:55, la seconda dalle 05:58 alle 06:28, la terza dalle 07:30 alle 08:00 e l’ultima dalle 09:02 alle 09:32.

“Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all’orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare”, aveva specificato l’Asi.

Si era anche parlato a lungo della possibilità che l’Italia venisse coinvolta dal rientro della Stazione spaziale cinese. Inizialmente si parlò di diverse regioni, tra cui Lazio, Abruzzo e Molise, fra  le altre. Poi il rischio era stato declassato, fino ad arrivare a coinvolgere la sola l’isola di Lampedusa.

Va in ogni caso ricordato, come avevamo messo in chiaro più volte, che la possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 potessero cadere sul territorio italiano (terre emerse) era molto ridotta, pari cioè allo 0,1 per cento.

Il satellite Tiangong 1 – la prima Stazione spaziale cinese lanciata dal centro di Jiuquan il 30 settembre 2011 – aveva fatto preoccupare moltissime persone. Ciononostante la probabilità che potesse creare danni o problemi a causa dei detriti era in realtà 10 milioni di volte inferiore alla possibilità annua di essere colpiti da un fulmine.

Il lavoro della Protezione Civile dell’Asi

Il Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, in accordo con Asi e con gli altri partecipanti al tavolo, ha pertanto dichiarato concluse le attività ringraziando tutte le componenti del Sistema Nazionale di Protezione Civile, il Consigliere Militare della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri dell’ Interno, degli Esteri, della Difesa, Enac, Enav, Ispra-Snpa, Cnr, Inaf, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e Politecnico di Milano. Ha inoltre rivolto un particolare ringraziamento all’Agenzia Spaziale Italiana e a tutti gli organi d’informazione che hanno dato un prezioso supporto al Sistema contribuendo alla corretta comunicazione dell’evento

Che cos’è la Stazione spaziale cinese, Tiangong-1

Si chiama Palazzo Celeste, un nome che nasce dalla traduzione dal mandarino della parola Tiangong, ed è la prima stazione spaziale cinese lanciata dal centro di Jiuquan il 30 settembre 2011 che sta rientrando nell’atmosfera.

Il ritorno sarebbe dovuto avvenire in modo controllato nell’Oceano Pacifico, ma nel marzo 2016 è iniziata una lenta e progressiva discesa con traiettoria diversa che “potrebbe interessare il territorio nazionale”.

Questo è quanto si apprende da una circolare diffusa dalla Protezione civile a tutti i ministeri e alle regioni sul rientro della stazione spaziale cinese in caduta libera verso l’Italia.

Il ritorno sulla Terra della Tiangong 1 è comunque monitorato da diversi sensori di osservazione nel suo percorso orbitale che registrano la posizione ed il tasso di decadimento.

A causa della complessità dell’interazione fra la stazione spaziale e l’atmosfera terrestre, solo nelle ultimissime fasi del rientro si potranno definire meglio la data e le parti del globo terrestre coinvolte.

“La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo potranno essere definite con maggiore precisione nelle 36 ore precedenti il rientro”, si legge nel documento, che sottolinea come l’organizzazione e l’interpretazione dei dati sia compito dell’Agenzia Spaziale Italia, che “curerà la fase di organizzazione e interpretazione dei dati avvalendosi del supporto di altri Enti, nazionali e internazionali”.

La stazione spaziale Tiangong 1 è il primo modulo sperimentale cinese ed è stata lanciata nel 2011 dal centro spaziale di Jiuquan nel deserto di Gobi, fino a raggiungere, con un’inclinazione orbitale di 42.78 gradi sull’equatore, un’altezza di apogeo (il punto dell’orbita più distante dalla Terra) di 344 km e una di perigeo (il punto più vicino alla Terra) di 197 km.

Da marzo 2016 ha iniziato una lenta e progressiva discesa sulla Terra che si concluderà in una finestra temporale che si apre il 28 marzo e si chiude il 4 aprile 2018.

Sul sito della Stazione spaziale europea si legge: “il rientro avverrà ovunque tra 43º N e 43º S. Le aree al di sopra o al di sotto di queste latitudini possono essere escluse. In nessun momento sarà possibile una previsione precisa dell’ora / località dell’ESA. Questa previsione è stata aggiornata approssimativamente dalla settimana fino a metà marzo e viene aggiornata ogni 1/2 giorni”.

Seguire in tempo reale la discesa di Tiangong-1 è stato possibile grazie alla piattaforma Satview, che consente di monitorare la posizione di satelliti e altri corpi nello Spazio, e che mostra gli spostamenti della stazione spaziale cinese nel corso del tempo. Collegandosi al sito è stato possibile seguire la traiettoria considerando, tra i vari parametri, la velocità con cui viaggiava e la distanza dalla Terra.

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