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Home » Esteri

È stato concesso un prestito ponte da 7 miliardi alla Grecia

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Il parlamento greco ha approvato le proposte dei leader europei, che hanno iniziato a sbloccare i primi fondi per il piano di salvataggio per la Grecia

I ministri dell’eurozona hanno raggiunto un accordo per concedere alla Grecia un prestito-ponte di 7 miliardi di euro, attingendo dal Meccanismo europeo di stabilità (Mes), detto anche fondo salva-stati.

Inoltre la Banca centrale europea ha annunciato che fornirà un prestito di ulteriori 900 milioni di euro alla Grecia per concedere nuova liquidità alle banche greche, che sono state chiuse lo scorso 26 giugno e dovrebbero riaprire lunedì 20 luglio.

Il direttore della Bce Mario Draghi ha inoltre detto che è necessario un alleggerimento del debito greco. Grazie a questo prestito, Atene potrà pagare la rata del prestito da 3,5 miliardi alla Banca centrale europea, che scade il 20 luglio.

Entro domani, 17 luglio, alcuni membri dell’Unione europea dovranno approvare il piano di salvataggio per la Grecia concordato lo scorso 13 luglio, che prevede un prestito da 82 – 86 miliardi nel corso dei prossimi tre anni.

Il prestito è già stato autorizzato dalla Francia e dalla Finlandia, anche se il ministro finlandese Alexander Stubb ha detto che il suo Paese non accetterà una ristrutturazione del debito greco.

Gli altri Paesi europei che devono approvare l’utilizzo dei fondi europei tramite voto parlamentare sono la Germania, la Slovacchia, l’Austria, l’Estonia e la Lettonia.

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha riferito a una radio tedesca che il Grexit temporaneo – l’uscita della Grecia dall’eurozona per un periodo determinato – è ancora l’opzione migliore.

— La crisi in Grecia, senza giri di parole 

Con 229 voti a favore e 64 contrari, la notte del 15 luglio il parlamento greco ha approvato le riforme richieste dai leader dell’eurozona. Nei prossimi tre anni, in cambio, Atene riceverà un terzo piano di salvataggio tra gli 82 e gli 86 miliardi di euro.

Trentotto deputati di Syriza, il partito del premier greco Alexis Tsipras, hanno votato contro le riforme accettate dal primo ministro e approvate dal parlamento.

Zoe Constantopoulo, presidente della Camera al parlamento greco, ha definito le riforme un “genocidio sociale”. A poche ore dal voto, si sono dimessi la viceministra delle finanze, Nadia Valavani, e il segretario generale del ministero delle Finanze, Manos Manousakis.

A causa della crisi all’interno di Syriza, il ministro degli Interni greco Nikos Voutsis il 16 luglio ha dichiarato che potrebbero esserci elezioni anticipate, a settembre o a ottobre. Una decisione per un’eventuale rimpasto governativo verrà presentata entro il 22 luglio.

La sera del 15 luglio, mentre il parlamento discuteva e votava le proposte, migliaia di cittadini sono scesi in piazza Syntagma, ad Atene, per protestare contro l’accordo con i leader europei.

La manifestazione è iniziata in modo pacifico, ma ci sono stati scontri nel corso della serata: alcuni manifestanti hanno lanciato molotov e hanno dato fuoco al camion di una televisione satellitare.

La polizia ha disperso la folla con lacrimogeni e 40 persone sono state arrestate.

— La crisi in Grecia, senza giri di parole 

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