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Home » Tecnologia

Salvatore Aranzulla contro Google: “Con l’IA si è rotto il patto implicito con gli editori”

Immagine di copertina
Credit: AGF

Il fondatore del sito di informatica più noto d’Italia spiega perché Overview sta generando un danno economico per tutti gli editori

L’avvento dell’intelligenza artificiale sta cambiando il web e “uccidendo” tutti i siti d’informazione: lo afferma Salvatore Aranzulla, fondatore del sito di informatica più noto d’Italia, che afferma di aver riscontrato un calo del 25% sul suo sito. Intervistato da Fanpage.it, ha spiegato perché il business tra big tech e siti d’informazione non è più sostenibile: “Per anni è esistito un patto implicito tra Google e chi pubblica testi online. Noi offrivamo contenuti gratuiti e Google portava traffico. In cambio si monetizzava con la pubblicità o con i link di affiliazione. Quel meccanismo non regge più”.

Il perché è da ricercarsi nell’AI Overview, ovvero i riassunti generati dall’intelligenza artificiale che compaiono in cima ai risultati di Google. “Oggi chiedi a Google quale sia lo smartphone migliore e invece di arrivare sul mio sito trovi un testo generato con le informazioni prese dai miei articoli o da quelli dei miei collaboratori – spiega Aranzulla – È un danno economico per tutti gli editori”. Lui afferma di aver riscontrato un “calo del 25% del traffico. Altri hanno perso anche di più. Chi non ha una community solida rischia di non reggere”. Lui stesso ammette di cercare “alcune cose su TikTok, come ricette o allenamenti. Ma per la tecnologia il formato scritto resta più utile: il testo si può aggiornare, il video no”.

Secondo il blogger il problema riguarda l’intero sistema editoriale digitale: “Se produci meno traffico, vendi meno pubblicità e hai meno risorse per pagare chi scrive. Io ho 45 collaboratori, ma per molte realtà sarà insostenibile. Al momento stiamo in piedi. È una struttura snella. Non abbiamo una sede, i collaboratori sono freelance e lavorano da casa. L’impatto sarà più evidente per gli editori più strutturati. Ma guardo la prospettiva. Non si possono continuare a produrre contenuti per un sistema che non paga”. L’imprenditore si sente comunque tranquillo: “Il problema non è per me. Se chiudiamo amen. Vivrò di rendita con i soldi accumulati negli ultimi 20 anni. Ho sempre messo da parte quello che ho guadagnato. Non spendo soldi in vestiti, giro con un iPhone e un AppleWatch di qualche generazione fa. Ho una bella casa, è vero. Ci tenevo che fosse bella perché ci passo molte ore a lavorare. Ho studiato Economia e Management in Bocconi: ho imparato a gestire i soldi con gli investimenti. Niente di azzardato, tutti prodotti finanziari molto lineari”.

La sua preoccupazione, in realtà, è rivolta soprattutto ai suoi collaboratori “e in generale per gli autori o i giornalisti che lavorano in questa economia. È incredibile che nessuno abbia pensato a tutelare questo mercato. Dico sia a livello governativo che a livello europeo. I sistemi di intelligenza artificiale che abbiamo davanti sono stati costruiti senza tenere conto del diritto d’autore. Ho visto che adesso si sta muovendo qualcosa ma ho paura sia troppo tardi “.

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