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Home » Tecnologia

Lettera a TPI – Il ricorso all’Intelligenza artificiale andrebbe limitato

Immagine di copertina
Credit: Unsplash

Riceviamo e pubblichiamo di seguito questa lettera arrivata alla redazione.

Durante la tavola rotonda tenutasi lo scorso 5 settembre nello spazio di Esperienza Europa- David Sassoli, in piazza Venezia a Roma, organizzata da TPI in collaborazione con il Parlamento europeo, l’eurodeputato Stefano Cavedagna e l’onorevole Brando Benifei, rispettivamente appartenenti ai partiti politici italiani di Fratelli d’Italia e Partito Democratico, hanno analizzato e risposto a quesiti di estrema rilevanza riguardanti l’intelligenza artificiale.

Per introdurre il fulcro della discussione, l’onorevole Cavedagna ha sottolineato come l’Europa sia in una posizione instabile e di mezzo rispetto all’avanguardia e allo sviluppo che l’intelligenza artificiale sta attraversando nel resto del mondo; precisamente, rispetto a USA e Cina, l’Europa è ancora in fase di sviluppo e accrescimento delle piattaforme utilizzabili e delle infrastrutture necessarie per raggiungere un livello di indipendenza e sovranità digitale riconoscibile internazionalmente. Infatti, bisognerebbe concentrarsi sull’importanza che specifici investimenti e infrastrutture hanno nella creazione di un ambiente favorevole per la crescita digitale Europea.

Uno dei principali ostacoli e problemi che il nostro continente dovrebbe affrontare è proprio la mancanza di adeguati e sufficienti investimenti, in confronto alle eccessive regole e normative adottate: solo regole senza investimenti opportuni non bastano né basteranno mai per eguagliare o addirittura superare il livello di avanguardia digitale dei colossi di oggi come Cina e USA.

Un altro punto fondamentale della conferenza toccato dall’eurodeputato Benifei riguarda invece i rischi sulla sicurezza e trasparenza verso le imprese europee, che utilizzano i sistemi esistenti di Intelligenza Artificiale, e che si assumono completamente tutti i rischi e le responsabilità di un sistema governato dalle grandi imprese digitali, che dettano da sole le regole da seguire per tutto il mercato.

Toccando questo argomento di fondamentale importanza, emergono dubbi e incertezze sulla sicurezza dietro l’IA; infatti, è considerato un sistema ormai indispensabile per lo sviluppo della società e l’evoluzione umana, ma è realmente così sicuro come si crede? Uno de principali problemi e rischi di un utilizzo incontrollato dell’IA riguarda l’ambiente e tutto il sistema ecologico mondiale.

Secondo “Il Corriere della Sera”, la chatbot di OpenAI dipende dai server che Microsoft ha installato in Arizona, e si stima che entro il 2027 tali server arriveranno ad assorbire quasi 6,6 miliardi di metri cubi di acqua mondiale. Sembra un problema da poco? O forse anche l’Europa dovrebbe prendere una posizione più netta a tal riguardo?

L’indifferenza verso un argomento così rilevante e sottile è la peggior arma che possa essere utilizzata in questi tempi di totale instabilità sociale e geo-politica; è fondamentale infatti riconoscere che, nonostante l’immenso sviluppo che l’intelligenza artificiale ha apportato all’evoluzione umana e industriale, purtroppo il rischio di avvicinarci all’ annientamento della natura è imminente, se non si cercano subito soluzioni. E se il pianeta si disidrata, noi stessi saremo i primi a perire.

Eppure, l’uomo sta in tutti modi cercando di dimenticare quanto la vita umana sia direttamente proporzionale e dipendente dai cicli naturali e gli elementi della terra, ponendosi in tutta la sua arroganza al primo posto nella piramide sociale, e pretendendo che ogni suo desiderio anche apparentemente irraggiungibile sia soddisfatto a suo piacimento, solo per saziare la sua implacabile sete di potere.

Non nego l’avanguardia che l’invenzione dell’IA ha apportato allo sviluppo delle conoscenze umane, ma allo stesso momento mi distacco dalla ormai sempre più comune e diffusa visione antropocentrica dell’universo, e preferisco sostenere un utilizzo estremamente limitato dell’IA che possa in questo modo apportare solo miglioramenti a settori per i quali sia esclusivamente indispensabile, evitando così il frequente utilizzo sconsiderato di una tale tecnologia che si sta diffondendo sempre di più.
Ludovica Amoroso

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