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Tour de France 2023: come inizio non ci si può lamentare

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Il britannico Adam Yates (UAE Team Emirates) ha vinto la prima tappa del 110° Tour de France una kermesse di 182 chilometri con partenza e arrivo a Bilbao. Il 31enne di Bury ha preceduto sul traguardo, al termine d’una rampa di 1.100 metri, il gemello Simon (Team Jayco AlUla), giunto staccato di quattro secondi. Al terzo posto si è piazzato il campione di Slovenia, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che ha conquistato quattro secondi di abbuono, probabilmente più pesanti a livello morale che cronometrico. In classifica generale, complici gli abbuoni, il vantaggio di Adam è di otto secondi sul fratello e 18” sul suo capitano.

In partenza è andata subito via una fuga composta da cinque corridori: i francesi Lilian Calmejane (Intermarché Circus Wanty), Valentin Ferron (TotalEnergies) e Simon Guglielmi (Arkea Samsic), l’olandese Pascal Eenkhoorn (Lotto Dstny) e il danese Jonas Gregaard (Uno X). Rapidamente il quintetto guadagnava due minuti e mezzo. Dopodiché, il plotone si attivava recuperando un minuto per poi mantenere i fuggitivi a distanza di sicurezza. Il tentativo degli attaccanti si esauriva a 50 chilometri dall’arrivo. La successiva salita dell’Alto de Morga serviva a scremare il gruppo. La selezione, operata principalmente da Jumbo Visma e UAE Team Emirates proseguiva sul successivo Alto de Vivero dove transitava primo lo statunitense Neilson Powless (EF Education EasyPost) che andava così a conquistare la prima maglia a pois di quest’edizione. Dopo la discesa, nel tratto precedente il Muro de Pike, ultima asperità di giornata, aveva luogo il primo colpo di scena della corsa. Finivano a terra Enric Mas (Team Movistar) e Richard Carapaz (EF Education EasyPost). La corsa dello spagnolo terminava in quell’istante mentre il campione olimpico ecuadoriano risaliva in bicicletta, giungendo, però, al traguardo con un quarto d’ora di ritardo.

Era nuovamente la Jumbo a scandire il ritmo sul durissimo Muro di Pike. L’andatura, però, non aggradava Pogacar che scatenava i suoi uomini producendo una frattura nel gruppo. Solo in due erano in grado di resistere alla progressione di Tadej: l’altro diarca, Jonas Vingegaard (Jumbo Visma), e il sorprendente francese Victor Lafay (Team Cofidis). Il trio transitava in vetta con una manciata di secondi su un quartetto composto dai gemelli Yates in compagnia del danese Mattias Skjelmose (Lidl Trek), fresco vincitore del Giro della Svizzera, e del transalpino David Gaudu (Groupama FDJ). Resosi conto della presenza alle sue spalle del compagno di squadra, Pogacar rallentava favorendo così il rientro dei quattro. Poi, conscio dell’isolamento temporaneo di Vingegaard, spronava all’attacco Adam Yates, che ubbidiva immediatamente. Il gemello Simon si lanciava all’inseguimento. In un batter d’occhio non eravamo più al Tour de France ma al Trofeo Baracchi con una inedita coppia gemellare che volava verso il traguardo. Il tardivo rientro di Wout Van Aert non permetteva ai vesponi d’organizzare al meglio la caccia. Adam staccava Simon sull’erta finale e andava a conquistare la prima maglia gialla di questo Tour.

Domani andrà in scena la seconda frazione, sulla carta non meno dura di quella odierna. I corridori pedaleranno per 209 chilometri da Vitoria-Gasteiz a San Sebastian. Si replicherà in vari passaggi la imminente Classica di San Sebastian, in programma il 29 prossimo, compreso il rinomato Jaizkibel sulla cui vetta verranno anche assegnati sei secondi di abbuono. Mancheranno a questo punto 15 chilometri al traguardo, equamente divisi tra discesa e pianura. Dopo quanto visto oggi, prepariamoci a dei nuovi fuochi d’artificio.

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