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Giro d’Italia 2022: Thomas De Gendt, dallo Stelvio al Vesuvio

Immagine di copertina
Il ciclista belga Thomas De Gendt taglia il traguardo dell'ottava tappa del Giro d'Italia. Credit: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Giro d’Italia 2022: Thomas De Gendt, dallo Stelvio al Vesuvio

Il belga Thomas De Gendt (Lotto Soudal) ha vinto l’ottava tappa del 105° Giro d’Italia, un circuito con partenza ed arrivo a Napoli che celebrava Procida, Capitale Italiana della Cultura nel 2022. A 3.640 giorni dalla sua impresa sullo Stelvio, l’uomo che ha fatto della fuga un’arte ha liquidato in volata, sul lungomare di via Caracciolo, nell’ordine, l’italiano Davide Gabburo (Bardiani Csf Faizanè), lo spagnolo Jorge Arcas (Movistar) ed il compagno di squadra Harm Vanhoucke, sacrificatosi per tirargli la volata. Cambia leggermente la classifica generale. Lo spagnolo Juan Pedro Lopez (Trek Segafredo) conserva la maglia rosa con un vantaggio di 39” sul tedesco Lennard Kamna (Bora Hansgrohe), seguito dall’estone Rein Taaramae (Intermarchè Wanty Gobert), terzo a 58”. Al quarto posto, con un distacco di 1’06, sale il francese Guillaume Martin (Cofidis) che ha beneficiato dell’inserimento nella fuga di giornata.

Per il secondo giorno consecutivo si è assistito ad uno spettacolo esaltante. Ad accendere le polveri, subito dopo il via, è stato Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix). L’olandese, per la gioia del numeroso pubblico lungo il percorso, partiva all’attacco a testa bassa. Sfortunatamente per il nipote di Raymond Poulidor, oggi era uno di quei giorni in cui Thomas De Gendt era particolarmente ispirato. Era, infatti, merito del fiammingo se Van der Poel veniva ripreso con la conseguente creazione, dopo una ventina di chilometri, d’un gruppo di 21 corridori al comando: Andrea Vendrame e Lilian Calmejane (Ag2r Citroen), Fabio Felline e Harold Tejada (Astana), Wout Poels e Jasha Sutterlin (Bahrain Victorious), Davide Gabburo (Bardiani Csf Faizanè), Guillaume Martin (Cofidis), Simone Ravanelli ed Edoardo Zardini (Drone Hopper Androni), Samuele Rivi e Mirco Maestri (Eolo Kometa), Biniam Girmay (Intermarché Wanty Gobert), Thomas De Gendt, Sylvain Moniquet e Harm Vanhoucke (Lotto Soudal), Jorge Arcas (Movistar), Mauro Schmid (QuickStep), Mattias Jensen (Trek Segafredo), Diego Ulissi (UAE), Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix). Ad ostacolare il dilatarsi della fuga era la presenza di Martin. Il parigino, 28° in classifica a 4’06” dalla maglia rosa, era da considerare un potenziale pericolo per Lopez. Per questo motivo, la Trek Segafredo si schierava in testa al gruppo, congelando sui due minuti il vantaggio degli attaccanti.

La svolta decisiva aveva luogo a 45 chilometri dall’arrivo. Van der Poel partiva su uno strappo sgretolando il plotoncino dei fuggitivi. Non senza fatica, rientravano su di lui Schmid, Girmay e Poels, seguiti da Martin, Vendrame e Skjelmose. I sette non trovavano l’accordo così permettendo agli altri di rientrare. A De Gendt non pareva vero. Partiva in contropiede, portandosi dietro il compagno Vanhoucke, Gaburro, Arcas e Ravanelli, che, però, cedeva quasi subito. Il quartetto, soprattutto grazie al lavoro del duo della Lotto Soudal, guadagnava rapidamente mezzo minuto, anche per via della protratta riluttanza di quelli dietro a trovare un accordo. A 10 chilometri dal traguardo, con il vantaggio dei quattro che sfiorava il minuto, sotto l’azione di Girmay, Schmid e Van der Poel, aveva luogo un riavvicinamento che portava l’olandese a soli 10” dai battistrada sotto lo striscione dell’ultimo chilometro. De Gendt, però, oggi aveva fatto bene i calcoli. Resistendo alla tentazione di partire in solitaria, anticipando la volata, alimentava fino in fondo la fuga in prima persona, riuscendo così a tirare fuori dai tre compagni d’avventura quel poco che potevano offrirgli. Van Houcke prendeva il comando ai 1.500 metri producendo un’azione simile a quella di Tom Dumoulin (Jumbo Visma) 24 ore prima. Il risultato era identico con la meritatissima vittoria di colui che oggi, oltre a dimostrarsi il più forte con le gambe, aveva saputo meglio interpretare la corsa.

Domani il Giro affronta la nona tappa, una delle più attese. Si pedalerà lungo 191 chilometri da Isernia al Blockhaus della Maiella superando un dislivello di 5.000 metri. Tre GPM nei primi 40 chilometri assicureranno l’assenza di ogni possibile attendismo con la scalata di Passo Lanciano, sulla cui vetta si transiterà ai meno 45 dal traguardo, che farà da antipasto all’arrivo ai 1.665 metri d’altezza del Blockhaus. Tra 24 ore avremo le idee molto più chiare sul destino di questa edizione della corsa rosa.

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