Sunday di Giulio Tonincelli presentato nella 23esima edizione di Alice nella Città
Disabilità: lo stigma e la cura nell’Uganda rurale. Il documentario breve in Onde corte Panorama Italia fuori concorso, sezione dedicata al cinema italiano indipendente
Lo scorso 18 ottobre 2025, presso l’Auditorium Conciliazione, all’interno del programma ufficiale di Alice nella Città (15-26 ottobre 2025), festival romano diretto da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, che si svolge parallelamente e in agreement con la Festa del Cinema, è stato presentato Sunday (2025), un cortometraggio documentaristico scritto e diretto da Giulio Tonincelli, regista indipendente di origini bresciane, prodotto da Moonwalk con il supporto di MessUp. La sezione che ospita il film, Onde corte Panorama Italia fuori concorso, mira a rappresentare “il cinema che resta libero. Autonomia, visione e impronte non convenzionali”.
Ayoo Sunday, la protagonista del film, è come “una bambina di cinque anni nel corpo di una ragazzina di quattrodici”, è una “jo matye ki ngolo“ in lingua Acholi, una persona affetta da disabilità, sia fisiche che psichiche. Ayoo vive in una zona rurale nell’Uganda del nord, dove tradizioni e convinzioni popolari si intrecciano alle difficoltà quotidiane. Girato nel 2024, supportato da una campagna di crowdfunding, Sunday è un’opera cinematografica e sociale, un’indagine spontanea in un’area del pianeta in cui la disabilità è uno stigma, ma la speranza esiste.
“Non amo particolarmente le etichette” – dice il regista Giulio Tonincelli parlando dell’opera – “e non credo che minutaggio o genere cinematografico siano determinanti per circoscrivere la definizione di film. Corto o lungo che sia, animazione o finzione, muto o con dialoghi, a colori o in bianco e nero, un film è un film! Mi piacerebbe, dunque, far percepire il documentario breve alla pari di altri formati. Anzi, spesso e volentieri il taglio corto riesce ad essere più incisivo, libero da dinamiche tipiche dei lungometraggi e, quindi, totalmente indipendente.”
La colonna sonora del film accompagna la protagonista mentre danza vicino a casa, scandisce la vita degli ugandesi per le strade, dove ascoltano la radio Wang Ooh 93.3, fa risuonare i ritmi pop di un artista locale, Judah Rapknowledge Da Akbar, e riferisce, tramite programmi radiofonici ad hoc, di iniziative a favore della diffusione sul territorio di un approccio più inclusivo verso le persone con disabilità. Il tutto armonizzato dal sound design di Stefano Greco (Blau Studio) e dalla preziosa fotografia curata da Vladimir Motroi, giovane direttore della fotografia.
Il nome Ayoo significa “a girl who is born on the road side”, viene dato “a una ragazza che nasce al bordo della strada. Sunday può rientrare – pur con i suoi 14’ – nel genere del road movie: l’unica mansione che Ayoo Sunday può compiere per aiutare concretamente la famiglia è percorrere, senza mai essere lasciata sola, la via per prendere l’acqua e riportarla a casa; la strada che la madre affronta con la figlia per recarsi in strutture di supporto dura due ore; è un cammino, fatto a piedi. Le strade e la musica che vi risuona sono lo spazio in cui la ragazza protagonista vive, incurante di quanto sfidante sia la sua esistenza in quei luoghi.
Sunday di Giulio Tonincelli è stato realizzato anche grazie ad una campagna di crowdfunding. I titoli di coda ringraziano uno ad uno i sostenitori e i donatori, oltre a quelle realtà territoriali che hanno supportato la troupe nel mese di presenza nella regione Acholi, permettendo al regista di entrare in contatto con famiglie, tra cui quella di Sunday, che vivono quotidianamente la disabilità nell’Africa rurale. Il continente d’interesse per il regista è oggetto d’indagine anche del suo prossimo film, ora in lavorazione, che indaga una pratica diffusa in Senegal, lo Ndeup, una cerimonia di esorcismo collettivo a scopo terapeutico, praticata dall’etnia Lebou.
Sunday (2025) mostra il ritratto di Ayoo Sunday, una ragazza di quattordici anni affetta da disabilità, sia mentale sia fisica. La protagonista vive in una zona rurale del nord dell’Uganda dove tradizioni e convinzioni popolari si intrecciano alle difficoltà quotidiane. La superstizione, la carenza di strutture ed aiuti adeguati uniti alle condizioni di estrema povertà̀, spingono le persone a compiere o a subire scelte estreme. La resistenza in questi luoghi si intreccia danzando con la quotidiana esistenza.
