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Paura attentati. La nazionale australiana di cricket rinuncia alla tournée in Bangladesh

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Dopo il Pakistan, anche il Bangladesh rischia di dover dire addio al cricket internazionale per ragioni di sicurezza

La fredda esecuzione del cooperante italiano Cesare Tavella, ucciso a Dacca mentre stava facendo jogging, è forse l’episodio più visibile, tuttavia già nei giorni precedenti molte ambasciate occidentali in Bangladesh avevano elevato l’allarme terrorismo. Nel paese di cultura musulmana ma dal governo secolare, infatti, i gruppi radicali religiosi, facente riferimento a organizzazioni e sigle terroristiche internazionali, hanno dato prova di un crescente attivismo.

Di fronte a tale situazione, nonostante la tutto sommato efficiente risposta del governo bengalese nel cercare di garantire un livello di sicurezza adeguata, anche l’attività sportiva è stata inevitabilmente coinvolta e in particolare lo sport nazionale: il cricket. A ottobre era infatti prevista una tournée della nazionale australiana (campione del mondo in carica) per sfidare in due test matches (il formato più lungo che può durare fino a cinque giorni) i padroni di casa. Pur essendo un “full member” solo dal 2000, le “tigri bengalesi” sono una squadra in grande crescita e la sfida contro l’Australia rappresentava una grande opportunità per confermare le recenti belle prestazioni con questa formula di gioco.

Purtroppo però la tanto attesa sfida non si farà. Una settimana fa il Ministero degli Affari Esteri australiani aveva comunicato alla Federazione australiana di cricket il concreto rischio di attentati per i connazionali in Bangladesh. A quel punto la Federazione australiana ha mobilitato tre suoi uomini già presenti nel paese che in collaborazione con la Federazione bengalese, le autorità locali e quelle australiane hanno vagliato tutte le ipotesi possibili. Oggi però è arrivato la rinuncia definitiva; l’amministratore delegato della Federazione australiana, James Sutherland, ha infatti dichiarato: “Dopo sei giorni di esaurienti discussioni e ricerche, siamo giunti alla conclusione che non ci restano altre alternative se non quella di posticipare a data da destinarsi il nostro tour in Bangladesh”. Sutherland ha inoltre aggiunto che, pur comprendendo l’amarezza dei dirigenti bengalesi e di tutti i suoi tifosi, la sicurezza dei giocatori e dei dirigenti australiani ha avuto l’assoluta priorità nella decisione.

La speranza di tutti i tifosi bengalesi è che il governo riesca rapidamente a isolare queste cellule radicali, altrimenti potrebbe concretizzarsi il rischio di far la fine del Pakistan, costretto a giocare le partite internazionali “casalinghe” negli Emirati arabi, a seguito dell’attentato di Lahore del 2009 subito dalla nazionale srilankese.

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