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Kenya vs Nigeria. A suon di hashtag

Immagine di copertina

La nazionale di calcio kenyota protesta per l'accoglienza ricevuta. E su twitter i supporters si scatenano

Sul campo non ci dovrebbe essere storia.

Domani pomeriggio, a Calabar, Nigeria e Kenya si affronteranno in una gara valida per le qualificazioni ai mondiali di calcio del 2014 in Brasile.

I freschi vincitori della coppa d’Africa sfideranno una nazione che, in tredici scontri diretti, hanno sconfitto undici volte. Due i pareggi.

Nel ranking FIFA, la Nigeria occupa la trentesima posizione, il Kenya soltanto la centoventiseiesima.

Gli Eagles vantano una tradizione calcistica di tutto rispetto: tre volte campioni d’Africa, due volte agli ottavi di finale ai mondiali di calcio ( ricordate Roberto Baggio? ). Il Kenya, invece, non ha mai partecipato a una competizione mondiale.

Ma se il risultato sembra scontato, il clima pre partita è più acceso di quello di una finale di Champions League. E surriscalda le diplomazie calcistiche africane. E l’animo dei tifosi.

La nazionale kenyota ha protestato per la pessima accoglienza ricevuta. Gli Harambee Stars sono arrivati a Lagos mercoledi.

Nessun rappresentante della federazione nigeriana ad attenderli all’aeroporto. Il volo che avrebbe dovuto a trasferirli a Calabar, luogo del match, era già decollato e hanno cosi dovuto aspettare il giorno successivo. Il cellulare di Mr Alataka, funzionario della Nigeria Football Federation, irragiungibile.

Cosi il team è stato trasferito al Silver Grandeur Hotel, (pare) di proprietà del vice presidente della federazione nigeriana, e dagli standard inferiori a quelli previsti dai regolamenti della Caf (Confederation of African Football) e della Fifa (Fédératione Internationale de Football association), che prevedono almeno 4 stelle.

Inoltre l’entourage kenyota ha lamentato l’assenza di una scorta di sicurezza ufficiale al seguito del team.

Ma, dopo un pranzo definito dai calciatori “too chilly”, il peggio è arrivato quando la squadra si è trasferita al campo d’allenamento, il polveroso campo della Ajao Estate Primary School. Come una nostra scuola elementare. In effetti, a guardare le foto, sembra un contesto da oratorio.

L’istantanea in cui si vedono due pietre usate come pali della porta è emblematica.

Ovviamente, non si è fatta attendere la replica della federazione nigeriana, che ha accusato la Kenya Football Federation di mancanza di collaborazione nella preparazione della gara.

E centinaia di persone si sono scatenate su twitter, innescando una vera e propria battaglia a suon di hastag. Alcuni infuocati, altri ironici e divertenti. Non solo sul calcio, ma più in generale sulla società, sulla politica, sulle differenze culturali.

La frase di riferimento? “Qualcuno dica ai nigeriani che…” e la replica “qualcuno dica ai kenyoti che..”.

Si va dal “Gli USA hanno Hollywood, l’India Bollywood, noi (NIgeria ndr) Nollywood, e voi…firewood!”, al “Noi abbiamo due Presidenti”, in riferimento alle ultime, controverse elezioni kenyote. O ancora c’è chi dice “Voi usate la stregoneria per conoscere il vostro futuro, noi twittiamo”. E, in risposta alla Nollywood di cui i nigeriani vanno fieri, un kenyota replica piccato: “soltanto nei loro film si vede una donna mettere veleno nel cibo del marito, e poi assaggiarlo per vedere se ce n’è abbastanza”.

I link di twitter:

https://twitter.com/search?q=%23someonetellnigeria&src=rela
https://twitter.com/search?q=someonetellkenya&src=rela

Ah, dimenticavo. Ieri pomeriggio, guardando le news, vedo scorrere in sottoimpressione la seguente scritta: “la nazionale kenyota dovrà attendere un altro giorno, a Lagos, il volo per Babacar”!

L’intervento del FIFA Security Officer assegnato all’incontro Beckles Patrick ha poi garantito il trasferimento della squadra con un charter, scongiurando il pericolo di un’altro allenamento a Lagos. Nel campetto della scuola.

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