Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:05
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Senza categoria

Goodbye Beckham

Immagine di copertina

Il suo arrivo nel 2007 fu una svolta. Sabato darà l'addio ma grazie allo 'spice boy' il calcio americano può guardare al futuro con ottimismo

Goodbye Beckham

“Il calcio è il più celebre passatempo mondiale, una passione che accomuna miliardi di persone intorno al mondo. Negli Stati Uniti, tuttavia, questo sport arranca dietro al baseball, al football, al basket e all’hockey. Perché l’America rappresenta un’eccezione?”. Dalla fine degli anni Ottanta, a partire dal politologo Andrei Markovits, in molti hanno cercato di spiegare questa grande anomalia della geopolitica sportiva.

Poi nel 1994 arrivarono i Mondiali di calcio, seguiti a ruota dalla rinascita di una lega professionistica: la Major League Soccer (MLS). Una svolta importante, che però non riuscì ad avvicinare più di tanto il pubblico americano a questo sport. Certo, da quel momento la nazionale a stelle e strisce non ha mai mancato un appuntamento con il Mondiale, ma il calcio continuava a restare un fenomeno di nicchia.

In assenza di mischie, punteggi alti e un’attenzione alle statistiche, il calcio era accusato di incapacità nel soddisfare il palato dell’americano (WASP e uomo) medio. Non a caso, agli albori del nuovo secolo veniva ancora considerato con disprezzo, “uno sport per donne e latinos”.

Così venne il giorno destinato a cambiare la storia. Grazie all’introduzione della Designated Player Rule, che ammorbidiva l’impatto del salary cap consentendo ai club di attirare giocatori stranieri di un certo livello, l’11 gennaio 2007 fu annunciato che David Beckham si sarebbe trasferito dal Real Madrid ai Los Angeles Galaxy.

In passato avevano calcato i campi d’oltreoceano campioni del calibro di Pelé, Neeskens, Cruijff, Beckenbauer, Best, Müller e Chinaglia. Alcuni avevano forse più talento del centrocampista inglese, ma nessuno ha potuto offrire al calcio statunitense quella visibilità che solo una star globale come Beckham poteva garantire. Per di più Los Angeles si è dimostrata la location ideale. Dalle passeggiate sul red carpet hollywoodiano alle comparse ai bordi del parquet dei Lakers, senza dimenticare le trasferte nei salotti di Jay Leno e David Letterman, l’ex “red davil” è stato il miglior ambasciatore che il calcio americano potesse desiderare.

I risultati sono tangibili. Dal suo arrivo la MSL ha visto nascere, o rinascere, sette nuove squadre (Toronto FC, San Jose Earthquakes, Seattle Sounders FC,Philadelphia Union, Portland Timbers, Vancouver Whitecaps FC, e Montreal Impact) in un allargamento che ha coinvolto anche il Canada. Dietro la patina dorata di Beckham, comunque, c’è stato anche l’oscuro ma efficace lavoro del commissioner Don Gaber. Oggi solo cinque club giocano in stadi non pensati esclusivamente per il calcio, la media spettatori è salita a circa 18 mila ed è appena stato firmato un buon contratto triennale con la NBC Sport per i diritti televisivi.

Beckham ha fatto da traino: dopo di lui, seppur a fine carriera, sono arrivati Cuauhtémoc Blanco, Juan Pablo Ángel, Guillermo Barros Schelotto, Freddie Ljungberg, Claudio López , Thierry Henry, Torsten Frings,Robbie Keane, Tim Cahill, Marco Di Vaio e Alessandro Nesta. È del tutto condivisibile quindi la scelta del “Guardian”, che ha piazzato la MLS al decimo posto nella classifica dei migliori campionati di calcio.

Dopo 116 partite e 20 reti Beckham è atteso all’ultima sfida oltreoceano. Sabato 1 dicembre i suoi Galaxy affronteranno in casa gli Houston Dynamo nel remake della finale della scorsa stagione. Una vittoria potrebbe regalargli il secondo titolo consecutivo. Poi se ne andrà: Australia, Brasile, Cina, Emirati Arabi, ma anche Francia e Inghilterra sono alla porta. Giocherà ancora qualche anno perché non ha perso la voglia di divertirsi e quando appenderà le scarpette al chiodo per contratto potrà diventare proprietario (a prezzo di saldo) di una squadra della MLS. Grazie a Beckham il calcio americano ha potuto costruire fondamenta solide e ora può guardare con ottimismo al futuro.

Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Ferragni di nuovo a Sanremo? Amadeus: “Per me sì”
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 22 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 21 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Ferragni di nuovo a Sanremo? Amadeus: “Per me sì”
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 22 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 21 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 9 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Cronaca / Foto shock della sanitaria: caposala posta la foto di lei che ricuce un cadavere. Verifiche dell’Asl di Brindisi
Politica / Migranti, Meloni: “Basita per sentenza Catania, pezzo Italia favorisce ingressi illegali”
Esteri / Ryanair, ira presidente Enac: “Non mi faccio dire da un ad una cosa così grave”
Cronaca / Bimbo di 2 anni in gravi condizioni da 2 mesi dopo aver mangiato formaggio di malga. Indagato il malgaro
Senza categoria / Eros Ramazzotti bacia in bocca la figlia Aurora al concerto, è polemica: “I baci in bocca coi genitori no”
Senza categoria / Il giovane Montalbano: le anticipazioni (trama e cast) della seconda puntata (replica)