Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 13:43
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Senza categoria

Due giorni, una notte

Immagine di copertina

Uno tra i risultati più maturi dell’intera produzione dei Dardenne

Due giorni, una notte è il nuovo film diretto dai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, presentato in concorso al 67° Festival di Cannes e vincitore all’ultimo Sidney Film Festival.

Ambientato nella città industriale di Seraing, in Belgio, il film racconta di Sandra (una dolente Marion Cotillard in una delle sue prove migliori), operaia per una fabbrica di pannelli solari, sposata al devoto marito Manu (Fabrizio Rongione, attore feticcio dei due registi) e reduce da un periodo di forte depressione.

La donna ha meno di quarantotto ore per persuadere i colleghi di lavoro a rinunciare a un bonus di 1.000 euro e salvarle l’impiego. Passa così di casa in casa, di citofono in citofono, alla ricerca di solidarietà e collaborazione. È ancora annichilita dallo spettro della depressione, e dalla tempestiva necessità di mantenere la propria occupazione.

Due giorni, una notte si impone come uno dei risultati più maturi dell’intera produzione dei Dardenne: la sceneggiatura, a cura dei due registi, sviluppa in maniera sobria – e al contempo dolente – una lotta di miserabili e di arrabbiati, di ogni razza e provenienza.

Nell’arco di una carriera iniziata con il documentario, ed esplosa grazie a Rosetta (1999) – Palma d’Oro al 52° Festival di Cannes – i Dardenne sono stati in grado di codificare una poetica precisa: il ravvicinato pedinamento dei personaggi attraverso l’uso della camera a mano, il montaggio brusco, un’estetica quasi rosselliniana nell’analizzare la realtà. Questa volta ci sono riusciti: la retorica è limitata e non slitta mai oltre il dovuto.

Aiutati dalla nitida fotografia del fidato Alain Marcoen, e legandosi in parte all’ultima scena di Rosetta, anche Due giorni, una notte rivela l’assoluta vocazione dei suoi autori a ritrovare, nei momenti di indicibile sofferenza, i residui spontanei di un’umanità che credevamo perduta.

di Giuseppe Paternò Di Raddusa

Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Trump vestito da Papa, la confusa risposta di Lollobrigida: “Anche i leader di Cina, India e Africa si vestono in modi che non condividiamo” | VIDEO
Senza categoria / Micaela Ramazzotti: “Quando ho conosciuto Claudio Pallitto stavo ancora con Paolo Virzì. La lite al ristorante? Epilogo di una separazione dolorosa”
Senza categoria / A che ora finisce la terza serata del Festival di Sanremo 2025: l’orario su Rai 1
Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Trump vestito da Papa, la confusa risposta di Lollobrigida: “Anche i leader di Cina, India e Africa si vestono in modi che non condividiamo” | VIDEO
Senza categoria / Micaela Ramazzotti: “Quando ho conosciuto Claudio Pallitto stavo ancora con Paolo Virzì. La lite al ristorante? Epilogo di una separazione dolorosa”
Senza categoria / A che ora finisce la terza serata del Festival di Sanremo 2025: l’orario su Rai 1
Senza categoria / Independence Day – Rigenerazione: tutto quello che c’è da sapere sul film
Senza categoria / Sanremo 2025 streaming e diretta tv: dove vedere la seconda serata del Festival
Senza categoria / Lettera a TPI – Nelle scuole bisogna far applicare l’obbligo del PEI e del PDP
Senza categoria / Le trappole di Giorgia: ecco le principali insidie del 2025 per il Governo
Senza categoria / Ilary Blasi: “La lite con Silvia Toffanin e Pier Silvio Berlusconi? Ecco la verità”
Senza categoria / Donald Trump: "Dio vuole che sia io il presidente"
Senza categoria / Carla: tutto quello che c’è da sapere sul film sulla Fracci (replica Rai 3)