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L’enorme miniera di carbone che minaccia l’Australia

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Il governo australiano ha approvato un controverso progetto che prevede la realizzazione di quella che potrebbe divenire una fra le più grandi miniere di carbone al mondo

Il governo australiano mercoledì 14 ottobre 2015 ha approvato il progetto Carmichael che prevede la costruzione di quella che potrebbe diventare una delle più grandi miniere di carbone al mondo. 

La miniera sarà costruita nello stato australiano del Queensland, nel nordest del Paese, e la sua realizzazione sarà a opera del gruppo Adani Mining, una società indiana leader nel settore minerario. La miniera si estenderà su una superficie sette volte più grande l’area del porto di Sydney.

La decisione è stata presa dopo che nel mese di agosto un tribunale aveva bloccato temporaneamente il progetto a causa delle grosse preoccupazioni ambientali legate alla sua realizzazione. 

Gli ambientalisti ritengono che la miniera costituisca una grossa minaccia per la Grande barriera corallina del Paese e, inoltre, hanno sollevato diversi timori circa l’impatto che il progetto può avere su due specie protette del luogo: lo yakka skink – una lucertola nativa australiana – e la Denisonia maculata, un tipo di serpente.

Il ministro dell’Ambiente australiano Greg Hunt ha però precisato che durante la costruzione della miniera dovranno sempre essere rispettati 36 requisiti a tutela dell’ambiente, fra i più severi della storia australiana.

Tra le condizioni imposte al colosso indiano che realizzerà la miniera di carbone ci sono la protezione di 31mila ettari di terreno in cui vive la fauna selvatica protetta e lo stanziamento di un milione di dollari australiani per l’attuazione di programmi di ricerca che contribuiscano al miglioramento della conservazione delle specie minacciate. 

Queste condizioni, ha precisato il ministro, “proteggeranno le specie a rischio e garantiranno benefici a lungo termine per l’ambiente attraverso lo sviluppo di una serie di compensazioni”.

Il gruppo Adani, con la nuova miniera, vorrebbe produrre ogni anno fino a 60 milioni di tonnellate di carbone termico per poi esportarlo principalmente in India. Stime precedenti avevano fissato i costi di costruzione intorno a un valore di 16,5 miliardi di dollari australiani, corrispondenti all’incirca a 10,5 miliardi di euro. 

Il piano per la nuova miniera prevede anche la costruzione di una linea ferroviaria per il trasporto del carbone e di altri materiali. La ferrovia collegherà l’entroterra dello stato del Queensland con alcuni dei porti già esistenti che affacciano sulla Grande barriera corallina australiana.

Tra i gruppi che più criticano l’approvazione del progetto c’è la Fondazione per la conservazione australiana. “In un momento in cui il mondo è alla ricerca disperata di opzioni energetiche più pulite, questa gigantesca nuova miniera di carbone renderà gli sforzi messi in campo per combattere i cambiamenti climatici sempre più difficili”, ha affermato il presidente della fondazione Geoff Cousins.

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