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Terrorismo, fonti Viminale a TPI: “Dopo Vienna e Nizza cambia tutto: ora più rimpatri e più controlli alle frontiere”

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Credit: Ansa foto

“In meno di una settimana più di due attentati terroristici hanno sconvolto l’Europa. Sono stati colpiti Paesi con i quali condividiamo molto, tutto, anche i confini. Ognuno di voi avrà pensato che avrebbero potuto colpire anche in Italia. Il terrorista di Nizza era sbarcato a Lampedusa, gli attentatori austriaci hanno agito per uccidere. E hanno ucciso in modo violento, indiscriminato”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio all’indomani dell’attentato che ha nuovamente sconvolto l’Europa, questa volta in Austria. Cinque persone sono morte, 4 civili e uno degli aggressori. Almeno 17 le persone rimaste ferite nell’attentato di ieri sera a Vienna, prima che iniziasse il lockdown per il Coronavirus.

S&D

Una scia di terrore iniziata a fine settembre a Parigi, sotto l’ex sede di Charlie Hebdo, proseguita a Nizza, con gli accoltellamenti in cattedrale, e che nella tarda serata di ieri, martedì 2 novembre, a Vienna ha manifestato ancora una volta la sua ferocia. L’incalzare di attentati spaventa non solo Francia e Austria, ma l’intero continente europeo e anche in Italia l’allerta si alza.

La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha convocato per le 13 di oggi una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, chiamato a fare il punto sulla situazione dopo gli ultimi attacchi terroristici di Nizza e di Vienna. Nella serata di ieri era stato immediatamente riunito il Casa – comitato analisi strategica antiterrorismo – per discutere degli ultimi attacchi e approfondire il problema dei confini.

Come spiegano a TPI fonti del Viminale, “si è parlato soprattutto del problema del killer di Nizza, il tunisino sbarcato in Italia, non segnalato, sfuggito alle maglie dei controlli. E ovviamente sono state fatte delle analisi sul fatto che la rete di questa persona fosse principalmente in Italia ma aveva appoggi anche in Francia”.

L’assalitore di Nizza che il 29 ottobre ha ucciso 2 donne e 1 uomo è un migrante 21enne tunisino di nome Brahim Aoussaoui, arrivato in Europa attraverso uno sbarco a Lampedusa a fine settembre ed entrato in Francia a inizio ottobre. Il 9 ottobre scorso Aoussaoui sarebbe stato fotosegnalato dal personale della Questura a bordo della nave quarantena Rhapsody, approdata al porto di Bari giovedì 8 ottobre proveniente da Lampedusa. L’uomo aveva ricevuto un ordine di espulsione dal territorio italiano con invito a rimpatrio. Le autorità francesi lo avrebbero riconosciuto grazie ad un foglio rilasciato dalla Croce Rossa Italiana.

“C’è un’interlocuzione con i tunisini per capire come mai non avessero segnalato questa persona, sfuggita alle maglie dei controlli anche perché non ci sono abbastanza voli di rimpatrio”, spiegano dal Viminale. “Se ci fossero, verrebbero rimpatriati anche quei migranti economici che sfuggono alle maglie del controllo antiterrorismo. Il killer di Nizza è sceso a Bari con altri tunisini, alcuni con precedenti, altri con condanne registrate, altri con segnalazioni dei servizi segreti, tutti inviati nel Cpr per il rimpatrio in Tunisia. Brahim Aoussaoui aveva solo il foglio di via. Adesso siamo arrivati ad avere 3 voli a settimana, ce ne vorrebbero di più, il governo tunisino non ne autorizza altri perché devono combattere contro l’opinione pubblica interna: molti migranti tunisini sono figli, nipoti, amici degli amministratori stessi. Il governo tunisino non ha mai autorizzato una nave per i rimpatri, ad esempio, perché per l’opinione pubblica è inaccettabile. Con le navi potremmo rimpatriarne 800″.

Ma gli ultimi attentati sembrano cambiare tutto: “Stiamo entrando in un problema di sicurezza nazionale, molto più stringente, e oggi è stato convocato il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il capo della polizia Gabriellli ha già chiesto l’intensificazione dei controlli con militari alle frontiere alpine e l’attenzione del ministro Lamorgese è completamente dedicata a questo”, proseguono dal Viminale.

“Il livello di attenzione è già aumentato, non si esplica solo con i poliziotti per strada ma anche con gli analisti che monitorano i movimenti delle persone attenzionate. I due attentati  si sono messi in moto contro obiettivi comuni: una chiesa di Nizza e una comunità di Vienna. Potevano essere a Berlino, a Milano, a Londra, è il popolo europeo a essere sotto attacco. È un affare nostro perché come italiani siamo esposti sul fianco sud, e abbiamo anche il problema del primo arrivo: a Lampedusa bisogna essere sempre più rigorosi. Servono molti più controlli, anche per le segnalazioni”, concludono dal Viminale.

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