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Servizi Segreti, Belloni parla dopo le dimissioni: “Non ne potevo più”. Telefonata tesa con Meloni

Immagine di copertina
Credit: AGF

“Non ne potevo più. Perché trascinare le cose così non era giusto e non aveva senso”. Sono le parole con cui Elisabetta Belloni spiega in queste ore a chi la contatta privatamente la sua decisione di dimettersi dalla guida dei Servizi Segreti italiani. Il virgolettato è riportato in un retroscena a firma Carlo Bonini pubblicato su La Repubblica di oggi, martedì 7 gennaio.

Ieri era stato proprio il quotidiano del Gruppo Gedi a dare in anteprima la notizia del passo indietro di Belloni, che lascerà formalmente l’incarico di direttrice del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (il Dis, che coordina le due agenzie di intelligence Aise e Aisi) a partire dal 15 gennaio.

La 66enne romana – che era stata nominata al vertice dei Servizi nel 2022 dall’allora presidente del Consiglio Mario Draghi – ha consegnato la lettera di dimissioni lo scorso 23 dicembre alla premier Giorgia Meloni e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Secondo indiscrezioni riportate oggi da tutti i principali giornali italiani, Belloni avrebbe deciso di farsi da parte in seguito a contrasti con lo stesso Mantovano e con il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Belloni non avrebbe gradito alcune ingerenze del sottosegretario, mentre Tajani si sarebbe fermamente opposto, nelle scorse settimane, all’ipotesi di nominare la direttrice del Dis ministra degli Affari europei al posto di Raffaele Fitto, passato alla Commissione europea (alla fine la carica è andata a Tommaso Foti).

La vicenda legata all’arresto della giornalista Cecilia Sala sarebbe stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Belloni si sarebbe irritata per la decisione di accentrare il dossier su Palazzo Chigi e affidarlo all’Aise guidata da Gianni Caravelli. Secondo La Stampa, la capa dimissionaria dei Servizi avrebbe seguito una strategia diversa da quella intrapresa dal Governo, evitando di indispettire gli alleati americani e cercando contropartite con l’Iran, anziché insistere sullo scambio con l’iraniano detenuto in Italia Mohammad Abedini.

La Repubblica, con Tommaso Ciriaco, riferisce anche che ieri Belloni avrebbe avuto una telefonata con Meloni: un colloquio descritto come “difficile” e “a tratti aspro”, nel quale la premier avrebbe accusato l’interlocutrice di esser stata lei a passare la notizia delle dimissioni ai giornali violando l’accordo raggiunto, secondo il quale prima di annunciare il passo indietro si sarebbe definito il percorso di successione al Dis. La diretta interessata, tuttavia, avrebbe categoricamente smentito di aver informato la stampa della situazione.

Per Belloni si continua a parlare di un nuovo possibile incarico a Bruxelles come rappresentante personale della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Lei, però, continua a negare, ribadendo che il passo indietro è solo una “decisione personale”: “Chiunque mi conosce sa che non sono una persona che decide di lasciare un incarico solo se ha la garanzia o la certezza di riceverne uno nuovo”, avrebbe confidato a chi le sta intorno.

Ora per assumere la guida dei Servizi segreti si fanno diversi nomi: l’attuale vicedirettrice del Dis Alessandra Guidi; Bruno Valensise, numero uno dell’Aisi; il vicedirettore dell’Aisi Vittorio Rizzi; il prefetto di Roma Lamberto Giannini; il generale Roberto Figliuolo, neo-vicedirettore dell’Aise.

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