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Salvini vuole davvero Mario Draghi premier? Ecco a cosa punta il leader della Lega

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Lo scenario si è delineato nei giorni scorsi proprio a partire dalla proposta del segretario leghista di creare un "comitato di salvezza nazionale" con le forze di maggioranza

Salvini vuole davvero Mario Draghi premier? Ecco a cosa punta il leader della Lega

L’ipotesi di un governo di “unità nazionale” o “d’emergenza” guidato da Mario Draghi come premier è circolata negli ultimi giorni sui giornali dopo le dichiarazioni del leader della Lega Matteo Salvini e dell’esponente di spicco del Carroccio Giancarlo Giorgetti. Ma cosa c’è di vero? A negare l’esistenza di questa possibilità, stamattina, è stato proprio il segretario della Lega, che rispondendo ai cronisti ha dichiarato: “L’unico governo dopo questo lo decidono gli italiani”, smentendo quindi l’eventualità un governo sostenuto dalla Lega e dall’attuale maggioranza e guidato dall’ex presidente della Bce.

S&D

Le dichiarazioni di Salvini e Giorgetti

La possibilità di un governo con Mario Draghi premier si era delineata nei giorni scorsi proprio a partire dalla proposta di Salvini, lanciata alle attuali forze di maggioranza, di creare un “comitato di salvezza nazionale”. “Adesso chiedo al signor Conte di smettere di insultare, di minacciare querele”, aveva detto Salvini lo scorso 14 dicembre, a margine del No Tax Day a Milano. “Sediamoci, ragioniamo su cosa serve all’Italia, scriviamo le regole di base e torniamo a votare”. In particolare, il segretario della Lega aveva fatto riferimento al commissariamento della Banca Popolare di Bari e alla crisi dell’ex Ilva, parlando di un Paese “che rischia di affondare”.

“Dobbiamo individuare insieme cinque priorità del Paese, farle in fretta e poi tornare a votare, altrimenti rischiamo il deserto”, aveva spiegato Salvini affermando: “La Lega va oltre l’interesse politico e partitico di parte e si mette in gioco. Noi chiamiamo tutti attorno al tavolo da Leu a Forza Italia e vediamo. Diamoci cinque priorità: risparmio, infrastrutture, burocrazia, politiche di crescita e tutela della salute. Ci mettiamo attorno a un tavolo, riscriviamo le regole del gioco. In un mese condividiamo le cose su cui siamo d’accordo”.

A fare un ulteriore passo in questa direzione è stato il leghista Giancarlo Giorgetti, che in un’intervista a La Stampa ha aperto a un governo sostenuto da tutte le forze politiche e guidato da “qualcuno attualmente disoccupato che gode di prestigio, ha fatto bene in Europa e così via”. Insomma, una descrizione che sembra corrispondere perfettamente a Mario Draghi, il quale ha da poco terminato il suo mandato alla guida della Banca centrale europea.

“Si possono fare assieme le cose urgenti, perché non si governa sulle macerie”, ha dichiarato l’ex sottosegretario a Palazzo Chigi, lanciando il suo ‘Perché no?’ all’ipotesi di Draghi premier.

Questa possibilità, oltretutto, non sembrava del tutto campata per aria, dal momento che è stato Salvini stesso ad aprire, all’inizio di novembre, all’elezione dell’ex presidente della Bce come prossimo presidente della Repubblica.

Il leader del Carroccio, inoltre, potrebbe essere tentato da questo scenario a causa dell’ascesa nei sondaggi di Fratelli d’Italia, che minaccia di intaccare il consenso conquistato dalla Lega.

Mario Draghi premier | Le reazioni politiche

Le parole di Salvini – non a caso – non sono andate giù a Giorgia Meloni. “È una proposta incomprensibile, che peraltro Salvini ha fatto a Pd e M5s prima di sottoporla a noi, i suoi alleati”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia al Corriere della Sera. “Mi sembra un modo alquanto strano di tenere i rapporti nella propria coalizione”. Meloni sostiene inoltre di non aver compreso il merito della questione: “si vuole andare al governo insieme, o si vogliono scrivere assieme provvedimenti su alcune materie?” e nega ogni possibilità di sostegno da parte di FdI verso un esecutivo di questo tipo.

Il senatore Matteo Renzi, parlando in Aula al Senato, ha commentato ironicamente la proposta. “Voglio credere ai capi della Lega che evidentemente hanno superato la sbornia anti-europeista del no al Mes visto che sono arrivati a proporre un governo di unità nazionale”, ha detto ieri, definendo l’uscita “una simpatica tarantella”. “Noi non neghiamo la fiducia a questo governo”, ha aggiunto, “ma chiediamo al governo un cambio di passo affinché il 2020 diventi l’anno della ripartenza per la crescita”.

A smentire l’ipotesi – come abbiamo visto – è stato oggi proprio Salvini. Ieri, parlando della questione, aveva detto: “Draghi premier? Faccio minestra con gli ingredienti che ho”. Oggi ha dichiarato: “Non penso a un governo con Renzi, Di Maio e Zingaretti”. Difficile credere che la questione sia chiusa definitivamente.

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