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Roma Pride, Regione Lazio revoca patrocinio. “Nessun sostegno all’utero in affitto”. La replica: “Una farsa”

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Roma Pride, Regione Lazio revoca patrocinio. “Nessun sostegno all’utero in affitto”. La replica: “Una farsa”

La regione Lazio si sfila dal RomaPride. La nuova giunta di centrodestra, presieduta da Francesco Rocca, ha revocato il proprio patrocinio alla manifestazione a favore dei diritti Lgbtq+ per la presunta promozione di “comportamenti illegali”. Il riferimento, fatto dalla giunta in una nota, è “alla pratica del cosiddetto utero in affitto”.

La firma istituzionale della regione Lazio, sottolinea l’ente, “non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali”. Nella nota, la regione ha tenuto a ribadire “il proprio impegno sui diritti civili, come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del presidente Francesco Rocca” che, prima di accettare la candidatura del centrodestra al voto dello scorso febbraio, era stato presidente della Croce rossa italiana.

“Siamo ormai alla farsa”, il commento di Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride, che sintetizza così la vicenda: “Pro Vita ordina e la politica esegue”. “Con l’ironia che ci contraddistingue ringraziamo Pro vita per averci offerto un servizio di ufficio stampa gratuito”, aggiunge Colamarino, citato direttamente nella nota della regione. “Grazie a loro siamo certo che sabato 10 giugno alla grande parata che partirà da piazza della Repubblica alle ore 15 ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell’uguaglianza e nella laicità. Per quanto riguarda il governatore Francesco Rocca, lo rassicuriamo che visto che la Regione Lazio è delle cittadine e dei cittadini, quindi anche nostra e non di un manipolo di talebani cattolici, non toglieremo il logo della Regione Lazio dal nostro sito. Il governatore può tranquillamente rivolgersi a Pro Vita, che viste le affinità sicuramente potrà consigliargli qualche hacker russo, ungherese o polacco per farlo rimuovere”.

Netta la condanna del centrosinistra. La senatrice del Partito democratico Cecilia D’Elia parla di “atto grave” che rappresenta un “passo indietro sul terreno dell’impegno dei diritti, della lotta alle discriminazioni”. “Inutile agitare lo spettro della gpa (gestazione per altri, ndr), il Pride è da sempre il momento in cui la comunità lgbtq+ si mostra con tutto l’orgoglio delle sue battaglie per una piena cittadinanza, a partire dal doveroso riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno”.

“Non c’entra nulla l’utero in affitto, non c’entrano nulla i presunti comportamenti illegali cui fa riferimento la giunta: la revoca del patrocinio al Roma Pride da parte della regione Lazio dimostra ancora una volta che con Fratelli d’Italia al governo l’omofobia è istituzionalizzata, è una omofobia di stato”, afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.

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