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Home » Politica

Nomine Rai: il rinvio chiesto dal M5S fa comodo a tutti, soprattutto a Mario Draghi

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Per molti non è stata affatto una sorpresa il rinvio alla prossima settimana della “partita” Rai, anzi sembra che sia convenuto a tanti attori del mondo politico dal Governo al Parlamento. Non c’è ancora accordo tra i gruppi parlamentari sull’elezione dei quattro membri del Consiglio di Amministrazione di Viale Mazzini da parte di Camera e Senato.

S&D

Il voto, inizialmente previsto per oggi, è stato spostato su richiesta del Movimento 5 Stelle e fissato per il 14 luglio. L’intenzione di Palazzo Chigi sarebbe di chiudere la partita entro la prossima settimana, in concomitanza con l’assemblea dei soci Rai del 12 luglio che approverà il bilancio con la nomina dell’amministratore delegato e del presidente (in modo da anticipare la ‘tempesta perfetta’ che potrebbe abbattersi sulla maggioranza di governo il 13 in occasione della votazione sul ddl Zan).

“Intenzione” però, perché al momento checché ne dicano veline fatte girare ad arte non c’è alcuna certezza che non vi siano ulteriori rinvii. Già, perché questo rinvio oltre che ai grillini fa molto comodo anche a Mario Draghi che a dispetto di quanto non si lasci trapelare sui giornaloni un nome vero per la presidenza e uno per la posizione di amministratore delegato al momento ancora non ce l’ha.

In poche parole non c’è alcun accordo con la maggioranza di governo sul nome del futuro presidente e tantomeno è stato deciso chi scegliere come nuovo amministratore delegato di Viale Mazzini. Insomma, il rinvio voluto dai grillini sta di fatto mascherando l’impasse di Super Mario che sulla Rai ha davanti a se un percorso pieno zeppo di ostacoli.

A proposito dei 5 Stelle però, a quanto TPI è in grado di rivelare, il vero problema risiede nelle divisioni in merito alla scelta del candidato. Già, perché il reggente Vito Crimi vorrebbe Alessandro Di Majo mentre i gruppi parlamentari preferirebbero uno degli altri due nomi in pista, Paolo Favale o Antonio Palma.

È questo il vero motivo per il quale i 5 stelle hanno chiesto il rinvio: non perché non abbiano candidati ma perché, divisi al proprio interno, non sono riusciti a mettersi d’accordo sulla scelta. Ma il rinvio sarà utile anche per verificare se ci sono i presupposti per portare Beatrice Coletti alla presidenza rinunciando a un posto in Cda (e di questo ne stanno già parlando con Draghi). “Se perdiamo l’amministratore delegato almeno dateci la presidenza”, è la richiesta grillina.

Anche al centrodestra tutto sommato, il rinvio fa molto comodo: ancora non hanno deciso se confermeranno Giampaolo Rossi in quota Fratelli d’Italia – anche se appare estremamente difficile negare un posto in CdA al partito di Giorgia Meloni – oppure se Forza Italia riuscirà a ottenere un posto (almeno) in CdA per Simona Agnes. Dunque, il rinvio lo hanno chiesto i grillini ma in realtà fa comodo a tutti.

A proposito di giri di poltrone: in casa Lega si vorrebbe cambiare entro l’estate la direzione del Tg1. Peccato però che i pentastellati abbiano già mangiato la foglia e siano pronti a fare muro. “Se qualcuno pensa di sostituire anzitempo Giuseppe Carboni allora sappia che vanno cambiate anche tutte le altre direzioni”, spiegano a TPI, con buona pace di chi vorrebbe decidere solamente alla scadenza naturale dei contratti degli attuali direttori, ovvero tra ottobre e novembre.

Il problema però, secondo fonti autorevolissime, è che il Tg1 viene percepito non tanto come grillino ma come “contiano” e proprio per questo potrebbe essere non troppo ben visto dalle parti di Palazzo Chigi. Infine, rischia di saltare anche la tanto decantata “parità di genere” ovvero un uomo alla presidenza e una donna amministratore delegato o viceversa. Voci molto informate proveniente dai palazzi del potere spiegano che per le donne potrebbe esserci maggiore spazio nelle direzioni di Rete o nei Tg anziché in una delle due posizioni di vertice.

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