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Quirinale, la strategia del Cavaliere per conquistare il Colle

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Quirinale, la strategia del Cavaliere per conquistare il Colle

Fervono i preparativi a Villa Grande, dove è previsto per domani, giovedì 23 dicembre, il vertice tra i leader di centrodestra convocato da Berlusconi per ragionare sulla partita di gennaio al Colle, che il Cavaliere gioca in pole position. Nonostante le rassicurazioni del segretario leghista (“Si parlerà solo di legge di Bilancio, di Quirinale ci pensiamo a gennaio”, ha fatto sapere l’ex vicepremier) qualcuno lo avrebbe già ribattezzato “il Quirinaletto”. Solo il primo di una serie di incontri che porteranno la coalizione di centrodestra verso l’elezione del nuovo Capo dello Stato a inizio 2022.

Insomma, altro che manovra di bilancio. Secondo diversi retroscena Berlusconi sarebbe decisissimo a giocarsi tutte le sue carte per il Quirinale, con una strategia che si sviluppa su più fronti: da un lato, la “pesca miracolosa” dei voti mancanti, necessari a raggiungere la maggioranza assoluta di 505 grandi elettori tra i 111 del gruppo Misto (il più grande della storia), e non solo. E qui viene in aiuto dell’ex premier la seconda linea strategica, ovvero la volontà di presentarsi come un leader di tutti, e non di parte, per conquistare anche qualche elettore di centrosinistra. D’altronde i suoi emissari in Parlamento sanno che per raggiungere i voti necessari all’elezione, l’ex primo ministro ha bisogno di almeno altre 100 schede (oltre a quelle considerate già sicure) con il suo nome, e non solo 50. Perché dalla Lega, da Fratelli d’Italia e persino dall’ala più liberal di Forza Italia potrebbero arrivare diverse defezioni. Insomma, il Cavaliere non può essere sicuro che tutti i 450 grandi elettori di centrodestra riuniti in seduta comune voteranno per lui.

Così, racconta il Messaggero, il leader di Arcore starebbe raccogliendo alcuni grandi discorsi pronunciati nel corso dei suoi anni da premier, per dimostrare come sia stato anche una figura trasversale, e non solo di destra, apprezzabile addirittura oltre i confini italiani. Tra questi il discorso di Onna, che Berlusconi pronunciò dopo il sisma in Abruzzo, in cui parlò di patria con un fazzoletto da partigiano al collo, e che avrebbe già menzionato ieri sera ai suoi. “Io sono votabile anche a sinistra. Sono quello del famoso discorso di Onna“, avrebbe detto. Poi, il testo del 2 agosto del 1995 in cui ridisegnò il sistema istituzionale italiano e il discorso al Congresso americano in cui ringraziò gli Stati Uniti “per aver salvato l’Italia dal fascismo e dal nazismo”, e venne interrotto da 18 applausi anche da parte dei dem.

Non solo: Berlusconi sarebbe così deciso a giocare il tutto e per tutto per ottenere lo scranno più alto da aver invitato i grandi elettori di centrodestra a “segnare” e quindi rendere riconoscibili le proprie schede durante le elezioni per il Colle, con l’obiettivo di frenare, o almeno identificare, i “franchi tiratori” di Lega e Fratelli d’Italia, rivela il Fatto Quotidiano. Salvini e Meloni potrebbero avere in serbo un piano B, altre candidature e altre nomine: i più sovranisti della Lega sono scettici verso il lato troppo moderato ed europeista dell’ex premier. E tra i parlamentari di Fratelli d’Italia (che riuniti in seduta comune saranno in tutto 58) potrebbero esserci almeno 10 cani sciolti pronti a non votare per il Cavaliere.

È di questi giorni la notizia del pranzo tra Giorgia Meloni e Letizia Moratti, che avrebbe messo in allarme Berlusconi sulla possibilità che l’attuale vicepresidente della Regione Lombardia rappresenti una candidatura alternativa alla sua, ma la ex sindaca di Milano rassicura: “L’unico candidato del centrodestra è Berlusconi”. Il leader di Forza Italia va dritto per la sua strada e avverte: “Il 2 gennaio, quando cominceranno i giochi veri, vi voglio tutti nella Capitale e nessuno in vacanza. Dobbiamo stare concentrati e non sbagliare niente”.

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