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Home » Politica

La mossa di Draghi per ottenere il Quirinale: promette ai partiti libertà assoluta sulla scelta del suo sostituto

Immagine di copertina

La mossa di Mario Draghi per ottenere il Quirinale: il messaggio ai partiti

Draghi pronto a tutto pur di avere il Quirinale, anche a lasciare mano libera ai partiti sul nome del suo eventuale successore a Palazzo Chigi: è quanto emerge dal retroscena pubblicato oggi, venerdì 14 gennaio, su La Stampa.

S&D

In un colloquio con un esponente del governo, infatti, il presidente del Consiglio avrebbe dichiarato: “Se toccasse a me essere scelto per il Quirinale, non potrei certo indicare un successore o mettere a punto un nuovo esecutivo. Lascerei mano libera alla politica, sarebbero i leader a trovare un accordo tra loro”.

Aldilà del fatto che nominare il premier e i ministri è prerogativa del Capo dello Stato, il messaggio dell’attuale presidente del Consiglio ai partiti è abbastanza chiaro: Draghi sa bene che per raggiungere il Colle deve rassicurare i leader politici e soprattutto i parlamentari sul fatto che non si andrà a elezioni arrivando alla scadenza naturale della legislatura e che la politica in questo anno e mezzo di fine legislatura deve riprendersi la sua autonomia.

Insomma, pur di ottenere la presidenza della Repubblica il premier fa trapelare ai leader esattamente quello che vogliono sentirsi dire.

Basterà? Questo è ancora tutto da vedere. Di certo tutto passa dalle mani di Salvini, Conte e Letta: se questi tre leader politici riusciranno a trovare un accordo, difficilmente verrà eletto un presidente della Repubblica diverso da quello indicato da loro.

La prima opzione di Letta e Conte sarebbe stata quella di un Mattarella bis, con Draghi saldo a Palazzo Chigi, ma questa soluzione non trova d’accordo Salvini.

Ecco, allora, che va trovata un’altra strada, che preveda comunque una personalità proveniente dall’area di centrodestra, prerogativa del leader della Lega, che vuole ricoprire il ruolo di king maker per riprendersi il ruolo di leader di centrodestra a discapito di Giorgia Meloni.

Ma un altro ostacolo che Salvini deve affrontare è quello di Silvio Berlusconi: il Cavaliere è convinto di potercela fare, i suoi alleati ufficialmente lo sostengono, ma in realtà nessuno è davvero convinto che il leader di Forza Italia possa essere un nome spendibile per il Quirinale.

Non va di certo meglio a Letta e Conte: il primo teme l’ennesima mossa del cavallo di Matteo Renzi, che avrebbe già un accordo con i centristi di Coraggio Italia, il secondo teme il rivale Luigi Di Maio, che controllerebbe una quarantina di parlamentari.

Ecco perché tra Salvini, Letta e Conte ci vuole un accordo di ferro, che li metta al riparo da brutte sorprese. E chissà che il messaggio di Mario Draghi non serva proprio a questo: a spuntarla su tutti gli altri possibili contendenti.

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