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    Mancata zona rossa, Conte: “Abbiamo fatto il possibile, non c’era un manuale”

    Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 11 Giu. 2020 alle 08:54 Aggiornato il 11 Giu. 2020 alle 09:29

    Mancata zona rossa, Conte si difende

    Continua a difendere le sue scelte il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che domani, venerdì 12 giugno, sarà ascoltato dai pm di Bergamo che cercano di far luce sulla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo (tema al centro di un’inchiesta giornalista di TPI in seguito alla quale è stato aperto un fascicolo per epidemia colposa).

    Come riporta oggi Repubblica il capo del governo ai suoi collaboratori ha detto di essere assolutamente sereno ricordando che ad attenderlo è un’audizione, non un interrogatorio. “La mia – avrebbe rassicurato Conte – non è arroganza o sicumera, ma sono certo che il governo e gli esperti che ci hanno aiutato abbiano fatto tutto quello che era umanamente possibile”. Chi ha parlato con il premier fa riferimento a una “scelta politica insindacabile”, perché – è il ragionamento -“non c’era un manuale da seguire nella gestione della crisi, ma decisioni da prendere giorno per giorno”.

    “Sono sereno”

    Conte, che sarà sentito dai pm come persona informata dei fatti, già ieri si è detto molto tranquillo. “Tutte le indagini e le inchieste ben vengano, i cittadini hanno il diritto di chiedere e noi abbiamo il dovere di rispondere se ci sarà un’indagine parlamentare”, ha dichiarato il premier. “Non sta al presidente del Consiglio commentare, è una decisione del Parlamento. Io ho sempre riferito in modo trasparente sul mio operato. Il mio è l’atteggiamento sereno di chi ha agito in scienza e coscienza prendendo decisioni difficili. Io sono sereno ed essendo stato affiancato da persone esperte abbiamo fatto il possibile per contenere l’epidemia. Non sono affatto preoccupato. Non è arroganza né sicumera, non commento le parole del procuratore ci confronteremo venerdì con la massima serenità”.

    Le decisioni di quei giorni, a inizio marzo, sono state certamente complicate, con il tessuto produttivo che spingeva per tenere aperta la zona. Quando in Procura a Bergamo sono stati sentiti il governatore della Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al welfare Giulio Gallera, la pm aveva definito la mancata zona rossa “una decisione governativa”.

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