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M5S, si torna a votare su Rousseau: gli iscritti decidono la nuova leadership. L’ipotesi Conte

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M5S, si torna a votare su Rousseau: gli iscritti decidono la nuova leadership. L’ipotesi Conte

È iniziata alle 12 di oggi una nuova consultazione sulla piattaforma Rousseau: gli iscritti del M5S si esprimeranno sulla riforma dello statuto, che prevede l’istituzione di un direttorio di cinque persone al posto del capo politico, ruolo ricoperto ad oggi da Vito Crimi. Ci sono buone probabilità che la proposta passi, il che aprirebbe la porta a nuove figure nella leadership pentastellata, tra cui quella di Barbara Lezzi o di Nicola Morra, della sindaca di Roma Virginia Raggi o dell’europarlamentare Dino Giarrusso.

S&D

L’ipotesi Conte nel direttorio

Ma si fa strada l’ipotesi che nel direttorio possa rientrare anche l’ex premier Giuseppe Conte, il quale ieri ha fatto sapere in un’intervista al Fatto Quotidiano di essere pronto a “dare il suo contributo” per costruire quella “alleanza per lo sviluppo sostenibile” tra Pd-M5S e Leu di cui ha parlato fuori da Palazzo Chigi dopo la fine del Conte-bis. E questo contributo potrebbe essere l’ingresso formale nei vertici del partito.

Ma il voto arriva in un momento drammatico per il Movimento, spaccato tra i parlamentari che non voteranno la fiducia al governo Draghi dopo l’annuncio della composizione dell’esecutivo, tra cui proprio Lezzi e Morra, e coloro che, come Beppe Grillo e Roberto Fico, si appellano al senso di responsabilità dei grillini. Nemmeno una settimana fa la consultazione sul governo aveva dato il via libera a Draghi, ma quel voto è stato fortemente contestato dalla base, con circa 70 iscritti che hanno lanciato una petizione online per superarlo e votare di nuovo.

Movimento spaccato sulla fiducia a Draghi

Il quesito posto ai militanti l’11 febbraio scorso (“Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”) è considerato fuorviante alla luce delle scelte che sono state annunciate dal nuovo premier dopo il sì del M5S: molti esponenti sono scontenti con la scelta del tecnico Roberto Cingolani alla guida del “Super Ministero” e si aspettavano che il dicastero fosse accorpato al Mise, nonostante la delega all’Energia e all’Ambiente siano state affidate alla Transizione Ecologica.

Nella petizione si chiede perciò di votare anche sull’eventuale sollevamento dall’incarico di Vito Crimi  “per l’avallo di una consultazione ingannevole”. Sul voto di fiducia in Parlamento questa sera si terrà una nuova assemblea congiunta dei parlamentari, alla quale probabilmente parteciperà anche il garante Beppe Grillo, protagonista della fase di transizione che ha portato il partito ad assicurare l’appoggio a Draghi. 30 senatori hanno già annunciato il proprio no al governo di larghe intese nella formazione attuale e stanno trattando con l’Italia dei Valori per il prestito del simbolo del partito, che permetta loro di formare un nuovo gruppo parlamentare.

Leggi anche: 1. Fratoianni invita Zingaretti e il M5S a costruire l’alleanza per le amministrative: “Lavoriamo da domani” 2. Sorpresa, Draghi starebbe pensando di tenere per sé la delega ai servizi e 4 sottosegretari (i partiti nel panico) 3.  Il Pd cambia linea: difendere Draghi? Scordatevelo. Faremo presente ogni cosa che non ci piace 4. Forza Italia: la creatura di Silvio Berlusconi dilaniata tra sovranisti e antisovranisti  
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