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Libero sul Ddl Zan: “Per evitare le violenze sui gay, i senatori si menano tra loro”

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Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, durante la discussione in Senato sul ddl Zan, Roma, 13 luglio 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Per evitare violenze sui gay i senatori si menano tra loro“, commenta oggi Libero Quotidiano in merito al dibattito sul Ddl Zan che si è tenuto ieri in Senato. Dopo otto mesi di rinvii e audizioni, infatti, martedì 13 luglio, il disegno di legge contro l’omotransfobia è approdato a Palazzo Madama, ma nell’incertezza dei numeri e dei possibili scenari, poco dopo l’inizio della discussione è subito scoppiata la bagarre con tanto di urla e proteste (con fischietti) e con la presidente Elisabetta Casellati che prima ha richiamato all’ordine i senatori e poi ha deciso di sospendere la seduta, convocando subito la conferenza dei capigruppo.

“I mondiali, anzi gli Europei li abbiamo già vinti non voglio un clima da stadio“, ha detto la presidente del Senato richiamando all’ordine i senatori. Nell’Aula è scoppiata la baruffa, dopo che la stessa Casellati aveva dato disponibilità ad accogliere la richiesta del presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, a sospendere i lavori e convocare una capigruppo per verificare la possibilità di un’intesa sul ddl Zan.

È insorto il Pd, contro la richiesta del leghista, ma anche Leu e M5s. Dai banchi della destra si sono levate urla e proteste, tanto che Casellati ha denunciato: “Non possiamo vedere con i fischietti dietro le mascherine… non al clima da stadio“.

È intervenuto Franco Mirabelli del Pd sottolineando che in Commissione non ci sono state neppure le condizioni per avviare una discussione. Intervento anche di Pietro Grasso di LeU che rivolgendosi alla Casellati ha detto: “Lei stessa si può rendere conto, presidente, come non si può discutere, non c’è dialogo e facoltà di parlare. Siamo a questo punto, dobbiamo tornare indietro? Lei non lo deve consentire”. Anche Alessandra Maiorino del M5S chiede che si vada avanti in Aula: “Ci è stata impedita la stessa calendarizzazione, la prego di rispettare il voto dell’Aula e consentire l’avvio della discussione generale, la mediazione sarebbe possibile se chi vuole mediare davvero sarebbe interessato a tutelare i diritti delle persone”.

Insomma, in Aula è scoppiato il caos con gesti di disprezzo e odio tra i senatori proprio durante la discussione di un disegno di legge che ha lo scopo di punire l’istigazione e i crimini d’odio, in particolare sessista e omotransfobico.

Ieri alla fine sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità avanzate da Lega e Fratelli d’Italia, la seduta ha proseguito questa mattina, con l’esame della questione sospensiva. La fase preliminare avrà come deadline il 20 luglio alle ore 12 quando scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti.

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