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La “lezione” di Mattarella: “L’obiettivo dei trattati istitutivi dell’Ue era la pace”

Immagine di copertina
Credit: Giandotti/Ufficio Stampa / AGF

L’obiettivo dei Trattati che hanno istituito l’Unione europea “era la pace, una pace solida e duratura”. Sergio Mattarella ha voluto ricordare così i motivi fondanti dell’Ue nel corso di una lectio magistralis tenuta oggi all’università di Messina, che ha conferito al presidente della Repubblica il Dottorato honoris causa in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024/2025.

“Il processo di integrazione istituzionale tra gli Stati europei ha avuto inizio – come è noto – il 23 luglio 1952, con il Trattato istitutivo della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, firmato a Parigi il 18 aprile 1951 da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi”, ha ricordato Mattarella. “L’economia era lo strumento ma il fine del Trattato era la pace, una pace solida e duratura dopo la tragedia delle due guerre mondiali e dei tanti conflitti precedenti”.

“L’economia e la pace continuarono ad essere al centro del disegno europeo, malgrado il voto contrario del Parlamento francese alla Comunità europea di difesa, e – dopo il decisivo incontro dei loro ministri degli Esteri qui, a Messina, nel giugno 1955, su invito di Gaetano Martino – il 25 marzo 1957 i sei Stati firmarono a Roma i Trattati istitutivi della Comunità economica europea e dell’Euratom”, ha continuato il presidente della Repubblica, ricordando i valori fondanti agli albori dell’integrazione che porterà poi alla nascita dell’Ue.

“Veniva così definita l’architettura di un mercato comune basato sulla libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali, caratterizzato da condizioni di concorrenza non falsate né dagli attori economici né dai poteri pubblici”, ha aggiunto Mattarella. “Il progetto si ampliava molto ma l’obiettivo rimaneva lo stesso: avviare un’era di pace e di benessere fondata sulla cooperazione tra gli Stati e sull’amicizia tra i popoli europei”.

Oggi, però, ha proseguito il presidente della Repubblica, “la limitata coscienza politica, che l’Unione ha di sé stessa, condiziona il suo operare concreto e la rende troppo spesso non adeguatamente risoluta – e quindi tempestiva – dinanzi alle grandi sfide che gli Stati e i popoli europei si trovano ad affrontare”. Tutto questo, in un contesto di sempre maggiore conflittualità, dovrebbe spingere l’Ue a intervenire, rifacendosi ai propri valori fondanti.

“Eppure, quanto sta avvenendo a livello internazionale, dove prevalgono dinamiche fortemente conflittuali e perfino distruttive, fa emergere, per contrasto, la decisiva importanza della comunanza di valori e di principi che rendono gli Stati europei naturalmente vicini e necessariamente solidali nell’affermare i valori di democrazia, dignità umana, libertà, equità sociale, pace”, ha sottolineato Mattarella. “Soltanto uniti potranno continuare ad assicurare ai loro cittadini, come avviene da oltre settant’anni, un futuro di pace e di diffuso benessere”.

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