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Leonardo Apache La Russa denunciato per stupro, il legale della ragazza: “La Russa è un testimone”

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Leonardo Apache La Russa denunciato per stupro, il legale della ragazza: “Il padre è un testimone”

Il presidente del Senato Ignazio La Russa difende il figlio, Leonardo Apache, accusato di violenza sessuale da una 22enne. Che ci fosse un’indagine in corso il presidente di Palazzo Madama lo sapeva almeno da quattro giorni e dunque per lui non è stata una sorpresa quando la notizia è diventata pubblica, insieme ai primi dettagli dell’inchiesta.

S&D

Ma a destare stupore e suscitare polemiche sono state piuttosto proprio le prime parole di papà La Russa, dettate alle agenzie e in sostanza assolutorie del figlio: “Dopo averlo a lungo interrogato ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio”.

La giovane riferisce di essersi risvegliata il giorno dopo a casa di La Russa senza ricordare nulla, nuda a letto con il 19enne che le disse che aveva avuto un rapporto sessuale «sotto effetto di sostanze stupefacenti» sia con lui che con un suo amico, il dj della serata che era stata organizzata in discoteca da Leonardo, mentre lei era incosciente.

La conferma alla prima parte del racconto sarà cercata nelle immagini delle telecamere dentro e fuori della discoteca per capire se la ragazza avesse perso il controllo prima o dopo che Leonardo le offrisse da bere e chi possa avere «drogato» il contenuto dei drink.

C’è infine una postilla domestica che per La Russa padre ha anch’essa rilievo: “Inoltre, incrociata al mattino, sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla. Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero”.

Intanto Stefano Benvenuto, legale della ragazza, sempre a Il Corriere della Sera spiega che con la conferma che il 19 maggio si affacciò alla porta e vide il figlio in camera da letto con la ragazza, il presidente del Senato “mi ha dato un grande assist, in quanto riconosce e conferma che la ragazza era in casa sua. Questo semplifica tutto, perché ora il presidente del Senato è testimone primario di questo processo. Non solo ha dichiarato che la ragazza era in casa sua, ma anche che era nel letto con suo figlio dove è finita non si sa come, visto che non si frequentavano assiduamente. Sta venendo a galla la verità”.

“Non spetta alla seconda carica dello Stato stabilire se un elemento possa costituire o no un reato. Questo è compito esclusivo della magistratura alla quale, ribadisco ancora una volta, affido l’analisi di questo caso”, dice l’avvocato Benvenuto rispondendo a una domanda sulla posizione esperessa da Ignazio la Russa, secondo cui non ci sarebbe stato alcun reato. “Senza entrare nel merito dell’inchiesta coperta dal segreto, la domanda che mi pongo da normale cittadino e non da avvocato è come possa una ragazza aver assunto cocaina e non ricordare nulla fino all’indomani – sottolinea il legale – La cocaina è nota perché provoca eccitamento, non sonnolenza”. “Ciò a cui dovranno rispondere i magistrati è se abbia assunto a sua insaputa sostanze diverse dalla cocaina che le hanno provocato un tale stordimento da non farle ricordare nulla e, in caso affermativo, chi gliele abbia date e se ci sia no il coinvolgimento di Leonardo La Russa”, conclude l’avvocato.

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