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Home » Politica

Regioni in rivolta contro il Governo su scuola e coprifuoco. Fedriga: “Grave cambiare accordi già presi”

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“L’aver cambiato in Consiglio dei Ministri un accordo siglato dalla Conferenza delle Regioni con i Comuni tramite Anci e con le provincie tramite Upi” sul ritorno degli studenti in classe costituisce “un precedente molto grave” che ha “incrinato la collaborazione tra Stato e Regioni”. È il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a capo della Conferenza delle Regioni, a guidare la rivolta degli enti locali contro il Governo sul Decreto per le Riaperture, accusando l’esecutivo dai microfoni di Radio KissKiss di non aver rispettato i patti.

Il provvedimento, approvato ieri 21 aprile 2021 dal Consiglio dei Ministri, detta una tabella di marcia per la ripartenza delle attività sottoposte alle restrizioni a causa della pandemia di Covid-19 e prevede anche una serie di nuove misure per la scuola e il coprifuoco, due temi su cui oggi si riunirà di nuovo la Conferenza delle Regioni.

Scuola, la rivolta delle Regioni contro il Governo

Il nuovo decreto stabilisce, a partire dal 26 aprile e fino alla fine dell’anno scolastico, il ritorno in classe anche nelle scuole superiori, una presenza garantita in zona rossa dal 50 per cento al 75 per cento e compresa tra il 70 e il 100 per cento in zona gialla e arancione.

Eppure, secondo Fedriga, l’accordo raggiunto con gli enti locali era un altro e prevedeva che la percentuale di studenti delle superiori a tornare in aula in presenza a partire da lunedì 26 aprile sarebbe dovuta scendere al 60 per cento. Un’intesa rilanciata anche sui media dagli stessi protagonisti.

“Abbiamo fatto una sorta di cabina di regia con le Regioni, i Comuni e le Province per ascoltare anche la voce del territorio”, aveva detto ieri Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’ANCI a Rai Radio1. “Per esempio, per quel che riguarda le scuole, abbiamo chiesto di evitare, come è successo nel passato, di partire in una certa maniera e poi accorgerci che c’erano problemi sui trasporti e fare retromarcia”.

“Il governo vuole riaprire le scuole, lo farà e tende al 100 per 100 della presenza di studenti, ma c’è un problema che riguarda i trasporti e che il governo precedente ha un po’ dimenticato”, aveva detto la ministra degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, a RTL 102.5. “Abbiamo attivato un tavolo con il ministro Giovannini, Regioni ed Enti locali: si parte dal 60%, ci saranno punte del 75%, qualcuno lo farà al 100%, quell’obiettivo lo raggiungeremo progressivamente”.

Quanto approvato ieri dall’esecutivo, è l’accusa del presidente della Conferenza delle Regioni, stabilisce invece una serie di obiettivi chiari in base alla fascia di rischio delle regioni, fissando ad almeno il 70 per cento la presenza in aula nelle zone gialla e arancione.

Coprifuoco, i dubbi delle Regioni

Anche sul coprifuoco, che il decreto ha confermato alle ore 22:00 nel rispetto degli accordi presi con gli enti locali, si registrano tensioni tra Roma e le regioni dopo aver provocato il primo strappo nel Governo Draghi, con la Lega di Matteo Salvini che si è astenuta sul provvedimento proprio perché in disaccordo su quest’ultima misura.

Il decreto prevede che il coprifuoco sarà mantenuto almeno fino al primo giugno ma a seguito di un’ulteriore analisi dei dati epidemiologici già il prossimo mese potrebbe essere valutata una delibera per abrogarlo o portarlo alle ore 23:00. Quest’ultima ipotesi trova molti consensi tra le regioni.

“Noi, come Conferenza delle Regioni, abbiamo proposto lo spostamento del coprifuoco alle 23:00″, ha detto Fedriga a Radio KissKiss. “Un’ora in più non penso che rappresenti un problema per il rischio pandemico”. Un’opinione condivisa anche dal predecessore del presidente del Friuli Venezia Giulia alla guida della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.

“L’unica cosa che avrei preferito era una maggiore flessibilità, arrivando al coprifuoco alle 23:00 piuttosto che alle 22:00”, ha detto il presidente dell’Emilia Romagna a Sky Tg24. “Nelle città ci si trasferisce tra Comuni per andare a cenare: il rischio è che alle 21 uno debba già andare a casa”.

“La proposta di spostare il coprifuoco è assolutamente responsabile ed è arrivata all’unanimità all’interno della Conferenza”, ha ricordato il presidente del Friuli Venezia Giulia. Le intese, ha concluso Fedriga, si possono cambiare ma “riconvocando chi quegli accordi li ha presi”.

Leggi anche: Il Consiglio dei ministri approva il decreto per le riaperture, ecco cosa prevede; // Scontro nel governo sul coprifuoco: la Lega non vota il decreto riaperture, gelo di Draghi: “Prendiamo atto, è un precedente grave” // Decreto Riaperture: cosa si può fare e cosa no dal 26 aprile? Domande e risposte // Zona rossa, arancione e gialla: come cambiano i colori delle regioni dal 26 aprile // Cosa è il certificato verde con cui ci si potrà spostare liberamente da lunedì 26 aprile // Estate 2021: in spiaggia con le regole Covid del 2020. Ecco cosa prevedono

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