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    Crisi di governo riassunto: cos’è successo fino a oggi 27 agosto e come siamo arrivati fin qui

    Credit: Alberto PIZZOLI / AFP
    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 27 Ago. 2019 alle 16:47 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:27

    Crisi di governo riassunto: cos’è successo nelle ultime settimane e come siamo arrivati fin qui

    Siamo in piena crisi di governo, e non si vede ancora una via d’uscita. Oggi, 27 agosto, in Quirinale, il capo dello Stato ha avviato il secondo giro di consultazioni, per traghettare il paese fuori dalla crisi.

    Ma come siamo arrivati fin qui? Cosa è successo nelle ultime tre settimane? Una ricostruzione sintetica ma completa della crisi di governo.

    Lo scoppio della crisi

    Il 7 agosto è il giorno in cui tutto inizia. In Senato vengono votate una serie di mozioni sulla Tav, e il M5s e la Lega si spaccano. I primi vogliono bloccare la linea Torino-Lione, i secondi non ci stanno e votano a favore delle mozioni che prevedono una prosecuzione dei lavori. La mozione dei Cinque Stelle viene bocciata, sono ore concitate. Lo strappo, che nei mesi scorsi era apparso inevitabile, diventa realtà. La situazione precipita il giorno dopo. Matteo Salvini l’8 agosto ufficializza la volontà della Lega di tornare alle urne, di fatto staccando la spina, dopo 14 mesi, al governo giallo-verde. “Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”, ha detto Salvini. Il giorno successivo, il 9 agosto la Lega fa il primo atto formale della crisi di governo, presentando una mozione di sfiducia in Senato al premier Giuseppe Conte. Sono ore concitate. La confusione regna sovrana. Le ipotesi per uscire dalla crisi sono varie. Inizia a farsi strada l’ipotesi di una prosecuzione della legislatura, con una nuova maggioranza. L’occasione è servita dal voto sulla calendarizzazione della fiducia a Conte. Il 13 agosto il Senato boccia la proposta del centrodestra di votare la mozione già il 14 agosto, e si fissa la data del 20 agosto per le comunicazioni di Conte a palazzo Madama. Di fatto in parlamento nasce una nuova maggioranza: Pd e M5s votano insieme per rimandare a dopo Ferragosto la crisi.

    Le dimissioni del premier Conte

    Arriviamo così alla data fatidica del 20 agosto. La Lega fa marcia indietro, si dice disponibile a ricompattare la maggioranza giallo-verde per proseguire con un governo di riforme, e annuncia di voler ritirare la mozione di sfiducia. Conte pronuncia il suo discorso in Senato in cui annuncia il suo passo indietro. “Mi recherò dal presidente della Repubblica e rassegnerò le dimissioni da presidente del consiglio. Mattarella guiderà il pese in questo delicato passaggio istituzionale”, sono state le parole di Conte nel corso di un intervento in cui il premier dimissionario ha attaccato duramente e a tutto campo la Lega e Matteo Salvini (qui il discorso integrale). L’esperienza dell’esecutivo gialloverde è giunta ufficialmente al capolinea. Con le dimissioni di Conte, ora la crisi di governo si apre anche dal punto di vista formale (qui tutte le date sulla crisi di governo e gli scenari). Nelle ore successive si rincorrono le ipotesi più svariate per uscire dalla crisi: andare subito al voto come vorrebbe il centro destra? Un governo del presidente per traghettare il paese a nuove elezioni? Un governo di legislatura con un piano ben preciso di riforme? Gli scenari in campo sono tanti.

    Crisi di governo riassunto | Il primo round di consultazioni al Quirinale

    Dopo la lunga giornata al Senato, il premier dimissionario Giuseppe Conte va al Quirinale per rimettere il proprio incarico nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Conte è rimasto a colloquio con il Capo dello Stato per circa 20 minuti. Il giorno successivo, il 21 agosto, inizia il primo round di consultazioni. Al termine del giro, il 22 agosto, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parla: “Con le dimissioni presentate dal presidente Conte si è aperta la crisi di governo con una dichiarata rottura polemica del rapporto tra i due partiti che componevano la maggioranza parlamentare. Nel corso delle consultazioni mi è stato comunicato da alcuni partiti che sono state avviate iniziative per un’intesa in parlamento per un nuovo governo”, ha detto Mattarella, riferendosi a Pd e M5s. “Mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto. Anche da parte di altre forze politiche è stata rappresentata la possibilità di ulteriori verifiche. Il presidente della Repubblica ha il dovere di non precludere l’espressione di volontà maggioritaria del parlamento. Al contempo ho il dovere di richiedere decisioni sollecite. Svolgerò quindi nuove consultazioni, che inizieranno nella giornata di martedì prossimo, per assumere le decisioni necessarie”. Dal 22 agosto a oggi, 27 agosto, si sono tenuti dunque i colloqui tra M5s e Pd per trovare un’intesa.

    La ricerca di una intesa tra Pd e M5s: riassunto della crisi di governo

    Nei cinque giorni di trattative si sono alternati momenti di intesa e momenti di rottura. Giorni in cui l’accordo sembrava ormai fatto, e giorni in cui veniva tutto ribaltato. Inizialmente il Partito democratico si era stabilizzato su una posizione di chiusura a un governo Conte bis, chiedendo una sostanziale discontinuità con il governo giallo-verde. Per il M5s Conte premier è una condizione irrinunciabile per l’accordo con i dem. I due partiti hanno continuato a trattare, e dal Pd è arrivata, nella giornata del 26 agosto, una apertura al Conte bis. La contropartita è quella di ottenere i ministeri di peso, Economia e Interni in primis.

    Il secondo round di consultazioni

    Oggi, 27 agosto, in Quirinale è iniziato il secondo round di consultazioni, che dovrebbe essere quello decisivo. Intanto Pd e M5s non hanno ancora sciolto i nodi dell’Intesa. Domani, 28 agosto, sono attesi al Colle per discutere con il capo dello Stato Mattarella. (qui il calendario completo).

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