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Conte prova a persuadere Bruxelles per avere più flessibilità, ma una “troika” tutta italiana lo frena

Immagine di copertina
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte

Gentiloni, Gualtieri e Amendola hanno avvertito il premier di non spingersi troppo oltre con le richieste di flessibilità

Conte prova a persuadere Bruxelles, ma una “troika” tutta italiana lo frena

L’obiettivo del governo Conte bis è preciso, anche se non dichiarato: ottenere da Bruxelles la possibilità di andare un po’ oltre il consentito sul rapporto deficit-Pil. E precisamente fino al 2,4 per cento. Questione di uno o due decimali rispetto a quanto già stabilito.

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in fase di preparazione della nota di aggiornamento al Def e in vista della manovra economica di ottobre, aveva peraltro già chiesto in via informale nelle sedi europee di arrivare al 2,3, ma ha dovuto fare marcia indietro. Perciò, al momento, la previsione dell’esecutivo si aggira sul 2,2 per cento.

Certo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte tornerà a provarci anche perché, se centrasse l’obiettivo, il premier rafforzerebbe in un colpo solo il suo governo. E il suo gradimento personale. Potrebbe sfruttare, infatti, l’operazione come una sorta di riconoscimento personale, dopo un governo, il Conte 1, in cui era stato messo in ombra dai suoi due vicepremier: Luigi Di Maio, capo politico del M5s, e Matteo Salvini, leader della Lega.

Ma Conte, come spiega Francesco Verderami sul quotidiano Corriere della Sera, è “vigilato dalla troika”. Che però è solo da italiani, ma non per questo è più remissiva: il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, il ministro dell’Economia Gualtieri e il titolare degli Affari europei Vincenzo Amendola.

Stando a fonti di Palazzo Chigi, un primo avvertimento a Conte da Bruxelles è già arrivato. Il premier avrebbe ricevuto un messaggino sul telefonino con scritto: “Paolo ci ha detto ‘nun v’allargate'”.

Chi prova a fermare il premier Conte

E dopo ‘Paolo’ (Gentiloni), poi anche Gualtieri e Amendola hanno frenato le intenzioni di Conte. Il primo ha spiegato che “forzare la mano in questa fase non conviene, perché ci sarebbe il rischio di recuperare da una parte ma di perdere dall’altra con un aumento dello spread“. Amendola, invece, punta al futuro, ritenendo che ci sia per l’Italia la possibilità di “ottenere altre cose in corso d’opera”.

Ciò detto, non è escluso che Conte con Bruxelles non ci riprovi. Ha una carta da giocare: sarà vero che la sua Finanziaria non prevede tagli strutturali, “ma noi – come ha detto un ministro di Conte – abbiamo tagliato Salvini”.

Il premier, comunque, è molto cauto e non rischierà di far saltare il banco. Anche perché ci sono due “avversari” da cui si deve guardare le spalle: il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, capo dei 5 Stelle che sostengono il suo governo; e Matteo Renzi, leader del neonato movimento Italia Viva, costola della sua maggioranza.

Per questo, in assenza di garanzie di riuscita dall’Europa, la Finanziaria verso cui si avvia il governo Conte bis sarà “snella”, con pochi articoli e molti collegati. Una Legge di Bilancio 2020 di mantenimento, fatta apposta per “passare la nottata”, in attesa di consolidare le fondamenta del nuovo governo. E conoscere e riconoscere nemici e amici.

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