La promessa di Casapound: “Domani in piazza non faremo il saluto romano”
Alla vigilia della manifestazione della Lega a Roma, il segretario del movimento di estrema destra Di Stefano parla del "gesto sacro"
Casapound: no al saluto romano in piazza
Domani, sabato 19 ottobre, Casapound sarà in piazza a Roma per l’attesa manifestazione della Lega e promette che non ci sarà nessun saluto romano. “È sicuro – ha scritto oggi il segretario del movimento di estrema destra Simone Di Stefano su Twitter -: se qualche mentecatto domani farà il saluto romano in piazza non sarà certo un militante di Casapound”.
“Per noi – ha proseguito Di Stefano – è un gesto sacro da rivolgere solo ai caduti. Chi lo fa in piazza ad una manifestazione di centrodestra è una scimmia mitomane al servizio dei media”.
A rendere ufficiale la partecipazione di Casapound alla manifestazione indetta dalla Lega è stato lo stesso Di Stefano, che, sempre su Twitter, due giorni fa ha scritto: “Sarò anche io in piazza sabato 19. Non è il momento di dividere, ma di unire. Vogliamo portare i nostri temi e le nostre idee, perché questa opposizione non si riduca a parlare solo di immigrazione e tasse, ma anche e sopratutto di casa, lavoro, figli, salari e Stato sociale”.
Ovviamente la partecipazione di militanti di Casapound ad una manifestazione del centrodestra che rappresenta oggi quasi la metà degli elettori italiani ha fatto molto discutere. In Forza Italia non tutti hanno gradito l’adesione del loro partito all’iniziativa lanciata da Matteo Salvini. E critiche sono arrivate anche dalla maggioranza di governo.
Il deputato Pd Emanuele Fiano ha scritto in un post: “Se in Germania la Cdu sfilasse insieme ad una sigla orgogliosamente fascista come Casapound verrebbe convocato il Parlamento in seduta speciale, in Francia la destra conservatrice neogollista non ha mai accettato di manifestare insieme alla Le Pen, neanche dico ai gruppetti neofascisti. In Italia alla manifestazione di domani la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia della Meloni manifesteranno insieme ai cosiddetti moderati di Berlusconi e ai fascisti di Casapound. Il Ppe sfila con i fascisti. È evidente che urge la revisione del termine ‘moderati’ nei nostri dizionari”.