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Luigi Di Maio: “La Lega sta chiedendo i voti per le Europee o per far cadere il governo?”

Immagine di copertina
Luigi Di Maio

Bersaglio Mobile Luigi Di Maio 

Il vicepremier pentastellato e ministro del Lavoro Luigi Di Maio il 24 maggio è ospite della seconda e ultima puntata di Bersaglio Mobile, il programma di approfondimento politico in onda su La7 in vista dell’importante appuntamento elettorale delle elezioni europee del 26 maggio 2019.

Segui qui la diretta di Bersaglio Mobile

Il vicepremier del Movimento 5 Stelle arriva per secondo nel salotto di La7. Ad accoglierlo il direttore del Tg Enrico Mentana. Dopo Luigi Di Maio, a confrontarsi con il giornalista sui temi caldi dei loro programmi elettorali saranno gli altri due leader delle maggiori forze politiche italiane: il vicepremier della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini e il segretario del Partito Democratico e presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Il secondo ospite di Mentana è il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio. “Io non voglio modificare la legge interna del doppio mandato”, specifica Di Maio, incalzato da Mentana. Poi passa a parlare dei lavori in cantiere. “Sui rimpatri dobbiamo accelerare, ma avere la fretta – come ha fatto la Lega – suonava troppo come spot, a una settimana dalle elezioni”.

“C’è stato un moemtno in cui mi sono sentito in difficoltà: quando la Lega ha volito difendere a tutti i costi il sottosegretario Siri”, dice Di Maio parlando dei litigi continui con l’alleato. “Io ho perso la fiducia” e aggiunge “Che si aspettava la Lega dal M5s? Per me difendere la lotta alla corruzione non è un insulto, è un valore”.

“Da lunedì la Lega se vuole lavorare con più serenità deve dismettere le posizioni da ultradestra su cui sta spostando il paese. Il mio dovere è di portare il governo sulla strada del cambiamento”, specifica Di Maio, riferendosi alle idee di alcuni esponenti leghisti con le idee leghiste.

“Il tema è che questi partiti rappresentano le istituzioni e se si fanno infiltrare infiltrano anche le istituzioni”, commenta Di Maio rispetto alla questione Siri. “Ora la lega deve dire perché stanno chiedendo i voti: per le Europee o per far cadere il governo? Salvini dice di no, Giorgetti dice che lunedì informerà sulle dimissioni”.

“I leghisti possono fare quello che vogliono, ma penso che a livello nazionale questo è l’unico governo possibile. Gli italiani hanno mandato Pd e Fi all’opposizione. Noi con responsabilità abbiamo creato un governo. Abbiamo creato il contratto di governo, facciamo le 100 cose che abbiamo scritto. Ci accusano di bloccare il paese, ma loro l’hanno fatto per tre settimane con il caso Siri”, continua Di Maio.

“Se ristabiliamo un clima di ragionevolezza, troveremo una soluzione a tutti i dossier”, specifica ancora Di Maio. “Noi quando lavoriamo sulle cose concrete, ci capiamo”, continua. A proposito della giustizia: “Se il presidente dell’Anac dice che il reato dell’abuso d’ufficio dice che va modificato, ascolto, ma se il capo di una forza politica ha un governatore indagato per quel capo d’accusa no. Credo che sia inaccettabile abolirlo in questo momento”, spiega ancora Di Maio.

“Nel tema di tangentopoli bis la Lega si sta comportando come Forza Italia e Pd”, attacca Di Maio.

A proposito di Europa, “vogliamo portare al centro il discorso sul salario minimo, la ricerca e gli aiuti alle famiglie per le natalità, ma anche più aiuti alle aziende. Tutto questo possiamo farlo scegliendo un commissario che difenda le nostre imprese in Italia, dalla burocrazia europea, e che vada all’attacco”.

Passati i tempi dell’alleanza con Farage, oggi Di Maio non guarda ai sovranisti. Sul nome del commissario, Di Maio punta sulla ragionevolezza dell’alleato. Vuole “abbssare il cuneo fiscale per le aziende e sbloccare soldi da mettere negli investimenti. Più li sblocchiamo più troviamo fondi per le imprese”.

Bersaglio Mobile Luigi Di Maio | La prima puntata

Nella prima puntata dell’approfondimento politico, La7 ha ospitato gli altri esponenti delle forze politiche che corrono per le elezioni europee. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, quello di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, Nicola Fratoianni di La Sinistra e Emma Bonino di +Europa hanno spiegato i punti salienti dei loro programmi elettorali di fronte a Mentana.

Intanto Luigi Di Maio, nell’ultimo giorno di campagna elettorale, ha affermato che non ci sarà nessun rimpasto dopo le elezioni: “Non ho mai capito perché le elezioni europee dovrebbero cambiare il Parlamento italiano. M5S ha il 36 per cento del Parlamento italiano, ha la maggioranza assoluta in Consiglio dei ministri e così rimarrà, io non intenzione di parlare di poltrone da lunedì ma di chiedere abbassamento delle tasse per le imprese e per le famiglie, salario minimo orario da realizzare, il decreto Famiglia, la legge sul conflitto di interessi per aiutare gli imprenditori onesti, che sono la maggioranza di questo Paese”.

“Se ogni giorno la Lega minaccia la crisi di governo allora devo pensare che stia chiedendo il voto per aprire la crisi lunedì”, ha attaccato il ministro pentastellato. Non è impossibile tornare alla pace, secondo Di Maio, ma solo “se la Lega assume posizioni più ragionevoli. Sulla corruzione non si può chiedere al M5s di stare zitto se il sottosegretario Siri era indagato. E’ da lì che sono nate le tensioni. Come non ci possono chiedere di abolire l’abuso di ufficio”.

Dal canto suo, Matteo Salvini ha risposto per le rime al vicepremier pentastellato: “Se voglio fare cadere il governo? Sono fantasie, io rispondo coi fatti, col lavoro”.

• Come si vota: la guida al voto
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