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Chi esulta per l’accordo Usa-Turchia non ha capito nulla: così i curdi non avranno mai un loro stato

Immagine di copertina
Credit: ANSA

Trump gigioneggia tutto felice. Erdogan riesce perfettamente a simulare di essere addirittura uno statista. Su tutti i giornali si scrive a grandi lettere che finalmente è arrivata l’intesa che ferma le armi in Siria nei territori curdi. Si fermano le armi, dicono.

Eppure nella tregua che succede all’accordo di Ankara c’è scritto a chiare lettere che a sgomberare non debbano essere solo i militari curdi ma anche i civili: il giochetto (riuscito) di Erdogan è quello di classificare come terroristi tutti quelli che appartengono a una certa etnia. Ognuno ne può trarre le sue conclusioni.

Nel patto si scrive a chiare lettere che dopo la ”pausa” concessa ai curdi Erdogan avrà licenza di usare ogni mezzo per neutralizzarli: “neutralizzarli” è il verbo usato, nero su bianco, tra Erdogan e il vicepresidente USA Pence e non ci vuole molto a capire che “neutralizzare” dalle parti delle democrazie illiberali come quella turca sia qualcosa di molto vicino alla morte.

In quelle 120 ore di tregua rivenduta come una vittoria c’è tutta l’ipocrisia di un mondo che tra qualche settimana fingerà di avere un problema di rifugiati (se non di civili massacrati perché rivenduti come terroristi) fingendo di non sapere che dal prossimo 23 ottobre i territori curdi non saranno più dei curdi e che ci sarà in giro per il Medio Oriente un altro popolo senza terra che finirà per essere “di troppo” come accade per altri.

Stiamo assistendo sostanzialmente a quella stessa miccia che ha acceso le disperate migrazioni che l’Europa fa finta di non vedere, accadrà che si domanderanno “che è successo?”, come se non ne siano i responsabili, e si ricomincerà con il circolo vizioso del migranti=problema.

“L’area sarà messa sotto il controllo dell’esercito turco. Il nostro intervento potrà considerarsi finito solo quando tutti i miliziani Ypg avranno abbandonato l’area. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di liberare dai terroristi un’area profonda 32 chilometri a est dell’Eufrate e costituire una safe zone. Gli Stati Uniti garantiscono che tutti i terroristi lasceranno l’area nelle prossime 120 ore”, ha dichiarato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.

Se voi ci trovate parole di pace significa che vi sfugge molto della politica mediorientale di questi ultimi decenni. Festeggerei un po’ meno, ecco, inseguirei con più cautela Trump sulla sua folle propaganda non cadendo nella trappola di un Erdogan redento quando ha sempre chiarito di non volere cambiare idea (e infatti è convinto che in questo accordo ci sia la “sua” vittoria).

Le soluzioni semplici ai problemi complessi non funzionano, mai.

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