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Insulti all’attivista del PD sulla bacheca del giornalista (e deputato) Morelli: l’Ordine che ne pensa?

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Pesanti offese sessiste (e non solo) dai fan del deputato e consigliere comunale della Lega, che è anche iscritto all'Ordine dei Giornalisti: verrà deferito come Selvaggia Lucarelli?

Le storie di insulti in Rete si assomigliano un po’ tutte, ma non è certo il caso di farci un’abitudine. Raccontarle è importante, sempre. A maggior ragione quando il ruolo dei loro protagonisti contribuisce a far riflettere sulla piega che sta prendendo il dibattito politico. Da una parte c’è Giulia Pelucchi, giovane commercialista, nonché assessora del PD a cultura, educazione e sport del Municipio 8 di Milano. Dall’altra c’è Alessandro Morelli, deputato della Repubblica italiana e contemporaneamente capogruppo della Lega nel Consiglio comunale di Milano.

S&D

Di lui si era parlato abbondantemente nel marzo 2019, quando presentò una proposta di legge che mirava a imporre l’obbligo per le radio di riservare “almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione”. La definiva “non una norma sovranista, ma una norma che prevede e auspica la tutela della cultura italiana”, ma si mormora che ancora adesso diversi addetti ai lavori si stiano chiedendo come catalogare certi dischi di Zucchero, tanto per dirne uno, dalla produzione internazionale e con musicisti di varia provenienza.

L’interesse di Morelli per questi temi è dovuto anche al suo ruolo di responsabile dell’editoria che gli è stato attribuito in seno alla Lega. A sua volta, tale ruolo nasce dal suo terzo e meno noto biglietto da visita: quello di giornalista professionista, che lo ha visto dirigere sia Radio Padania che “ll Populista”, come lui stesso ricorda sul suo profilo Facebook.

Lo stesso profilo sul quale nelle scorse ore si sono letti insulti decisamente gravi, molti dei quali apertamente sessisti, nei confronti della succitata Giulia Pelucchi. La colpa dell’assessora Dem? Aver risposto per le rime a un post di Morelli che la riguardava direttamente, riferendosi a un’iniziativa in corso in Piazza Gramsci: “Della gente ADESSO sta imbrattando piazza Gramsci a Milano con la scritta MIGRANTS LIVES MATTER. Pensano come Cosa Nostra che le città siano loro, invece il senso civico dovrebbe insegnare che certe cose NON SI FANNO e chiaramente agli italiani sul lastrico ci penseranno altri… Cosa ne dice Beppi Sala?”.

Un post molto duro di per sé, ma, siccome la piazza si trova nel Municipio 8, Pelucchi non ha avuto difficoltà a smontarlo: “Quando e se mai governerete voi potrete decidere cosa fare. La scritta, temporanea perché fatta con vernici ad acqua, è autorizzata. Buona serata Morelli, vada in Via Bolla che abbiamo tanto bisogno da anni che ALER si occupi delle occupazioni abusive!”. Via Bolla, per chi non è di Milano, si trova nel quartiere Gallaratese (sempre nel Municipio 8) e da tempo è caratterizzata da un degrado che richiederebbe ben altro tipo di attenzione e dedizione. Comprensibile, quindi, che un’amministratrice locale richiami la responsabilità di ALER, l’ente gestito da Regione Lombardia al quale fa capo l’edilizia popolare.

Ce ne sarebbe stato abbastanza, insomma, per fare marcia indietro e chiedere scusa per accuse manifestamente ingiustificate. Invece il post è rimasto lì e, almeno fino ad ora, anche i numerosi commenti contenenti gravissimi insulti, che Pelucchi con coraggio ha ripostato sulla sua pagina, per rendere noto a tutti quanto stava succedendo. Un campionario davvero nutrito, che spazia dall’infibulazione al burqa (maldestramente scritto “burka”) alle “sinistre amanti del cetriolo nero”. Non esattamente Dolce Stil Novo.

 

Grazie alla denuncia di Pelucchi, diverse testate online stanno riprendendo in tempo reale la notizia e così facciamo anche noi, chiedendoci tra l’altro che cosa ne pensi l’Ordine dei Giornalisti, al quale ovviamente Morelli è iscritto. Va tutto bene? Ovviamente Morelli non ha insultato direttamente Pelucchi, anche se quel riferimento a Cosa Nostra non può certo essere portato ad esempio di fair play nel dibattito politico. Però quando sulla propria pagina compaiono parole ingiuriose bisogna rimuoverle, altrimenti se ne diventa complici. Non lo dice solo il buon senso, ma anche un’abbondante giurisprudenza. Ed è difficile pensare che Morelli non se ne sia accorto, perché lui stesso poco dopo è tornato sul tema con un secondo post, nel quale ha polemizzato… sulle polemiche derivanti dal post precedente.

Già qualche giorno fa, su Twitter, avevo chiesto se l’ODG fosse soddisfatta della condotta del suo illustre iscritto, allorché l’onorevole Morelli aveva pubblicato un post sui bengalesi che, nonostante il blocco dei voli imposto dal Governo, sarebbero “arrivati coi barconi” in Italia. Guardate la cartina e giudicate da voi la credibilità di questa tesi. Ognuno si può fare la sua idea in merito, ma chissà qual è quella dell’Ordine, che come noto nei giorni scorsi ha deferito Selvaggia Lucarelli per la nota vicenda relativa al confronto tra suo figlio e Matteo Salvini. Fino ad oggi, però, nulla da ridire ne’ su Salvini (anche lui è giornalista e ce lo ricorda spesso) e nemmeno su Morelli. Fino ad oggi.

Certo, io sono smaccatamente di parte, perché avendo anche io diversi cappelli da indossare sono anche amico sia di Selvaggia che di Giulia. L’Ordine, però, è super partes. E certamente lo sarà anche in questo caso.

Leggi anche: 1. Polizia e Lega diffondono l’identità di mio figlio, ma l’OdG deferisce me. Con un atto politico (di S. Lucarelli) / 2. Silenzio sui titoli di Libero, ma guai a toccare Salvini. Se questo è un Ordine dei Giornalisti (di Giulio Gambino)

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