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Home » Esteri

Ritardi e ostacoli nella consegna di aiuti umanitari in Siria

Immagine di copertina

Due convogli di aiuti, uno dei quali dell'Onu, è in attesa di entrare nei quartieri orientali, quelli in mano ai ribelli, della città di Aleppo

Le consegne di aiuti umanitari nei quartieri orientali di Aleppo, quelli in mano ai ribelli, stanno incontrando ostacoli e ritardi a tre giorni dall’inizio della tregua in Siria.

S&D

Due convogli, ciascuno composto da una ventina di camion che trasportano principalmente beni alimentari e farina, hanno attraversato il confine turco ma sono fermi fuori dalla città siriana in attesa che gli venga consentito l’accesso.

Ieri, il regime di Damasco aveva fatto sapere che non avrebbe autorizzato l’ingresso agli aiuti non coordinati con il governo stesso e con le Nazioni Unite, in particolare quelli turchi, ma uno dei due convogli in attesa è quello formato proprio dai camion di aiuti dell’Onu.

Secondo l’accordo per il cessate il fuoco in Siria negoziato da Washington e Mosca ed entrato in vigore al tramonto di lunedì 12 settembre 2016, per quanto riguarda gli aiuti diretti ad Aleppo, al regime deve solo essere notificato il contenuto dei camion, ma non sono necessarie né ispezioni da parte di quest’ultimo né tantomeno la sua autorizzazione. (Diversamente, nel resto della Siria il governo deve rilasciare il permesso all’accesso nelle aree sotto assedio).

Damasco starebbe quindi violando uno dei termini di un accordo che però ha molti altri punti oscuri e problematici. 

La questione della consegna degli aiuti è una delle principali, dato che circa un milione di persone vive attualmente sotto assedio con la conseguente scarsità di beni di prima necessità, inclusi cibo e medicinali. 

Martedì sera, Staffan de Mistura aveva dichiarato di essere ancora in attesa delle lettere di autorizzazione per gli aiuti del governo siriano.

Inoltre, la necessità di superare checkpoint controllati dalle diverse fazioni nel conflitto siriano rendono incerte le condizioni di sicurezza dei convogli umanitari, ha riferito un altro funzionario dell’Onu. 

Ma tra le difficoltà dell’accordo che dovrebbe avviare una nuova collaborazione tra Stati Uniti e Russia in Siria, c’è anche la questione del ruolo delle forze aeree di Damasco che dovrebbero essere tenute a terra e non dovrebbero partecipare alle operazioni congiunte russo-americane dirette contro l’Isis e il gruppo islamista Jabhat Fateh al-Sham (ex Fronte al-Nusra).

Tuttavia, e malgrado siano state registrate diverse violazioni sia da parte del regime che da parte di alcuni gruppi ribelli, la tregua sembra, per il momento, reggere.

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