Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 06:00
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

L’esercito dei figli di Boko Haram

Immagine di copertina

Violentate per essere messe incinta di futuri guerrieri. Le prigioniere di Boko Haram, ora libere, raccontano le violenze subite

“I miliziani di Boko Haram hanno una certa convinzione spirituale per la quale sostengono che i loro figli cresceranno ereditando la loro stessa ideologia, anche qualora non dovessero vivere al loro fianco”.

S&D

Così il governatore dello stato federale nigeriano del Borno, Kashim Shettima, ha cercato di spiegare al quotidiano nigeriano The Punch perché, delle 234 ragazze liberate dall’esercito nigeriano all’inizio di questo mese, almeno 214 sarebbero rimaste incinte.

“Dopo aver messo incinta le loro prigioniere, le trattengono per almeno quattro mesi dall’inizio della gravidanza per rendere difficile, se non impossibile, l’aborto,” ha continuato. “Poi, molto spesso, abbandonano le donne che in molti casi ritornano a casa”.

Il 2 maggio scorso l’esercito nigeriano aveva liberato le 234 donne tenute prigioniere nella foresta di Sambisa dal gruppo estremista Boko Haram, nel nordest della Nigeria.

La cosa più spaventosa riguardo tutta la vicenda è proprio la convinzione da parte dei miliziani di aver in qualche modo dato vita a un piccolo esercito che porterà avanti la loro battaglia anche a distanza: l’esercito dei loro figli.

Le donne sono state messe incinta di proposito. Alcune raccontano di esser state trattate come delle “macchine del sesso”.

“Sono stata rapita sei mesi fa a Delsak, quando il nostro villaggio è stato conquistato da Boko Haram,” ha raccontato Asabe Aliyu, di 23 anni, al quotidiano Daily Times nigeriano.

“Prima ci siamo fermati in una foresta vicino al confine con il Camerun, dove mi hanno trasformata in una macchina del sesso. Facevano a turni per dormire con me. Ora sono incinta, e non riesco neanche a identificarne il padre”.

Alla fine del 2014, nel nordest del Paese – ovvero l’area in cui il gruppo estremista Boko Haram è maggiormente attivo – il fondo delle Nazioni Unite per le popolazioni in stato di crisi (Unfpa) aveva aiutato 16.350 donne a partorire in maniera sicura all’interno delle sue strutture.

Durante i mesi di prigionia, ad alcune donne veniva data la scelta: sposare un membro di Boko Haram o diventare schiave. Secondo le testimonianze delle ragazze liberate, la maggior parte dei miliziani è circondato da più donne – tra tre e cinque -, cosiddette “mogli” o “schiave sessuali”, a testa.

Le schiave dovevano inoltre cucinare e badare al campo base dove erano detenute come prigioniere, mentre i miliziani spesso le insultavano. Se si rifiutavano, venivano picchiate.

Altre donne liberate raccontano di esser state legate e maltrattate, costrette a mangiare mais secco. Alcune hanno riferito di aver finto di essere matte pur di non essere avvicinate.

Boko Haram considera infedeli tutti coloro che non condividono la loro ideologia. Per questo motivo, il marito della ventisettenne Lami Musa era stato ucciso dal gruppo estremista quando lei era incinta di quattro mesi.

Le avevano detto che sarebbe stata costretta a sposare uno dei loro comandanti la settimana dopo aver partorito, invece è stata messa in salvo dall’esercito il giorno dopo.

Stanca e ancora gonfia dopo il parto, con in braccio una bambina di tre giorni, ha raccontato come a volte passava giorni interi senza cibo o acqua. Trattenendo le lacrime a stento, ha aggiunto: “Ancora non conosco le condizioni di mia figlia: né io né lei ci siamo ancora potute lavare da quando è nata”.

La maggior parte delle ragazze liberate soffre di gravi traumi psicosociali e l’Unfpa è al lavoro per aiutarle a reinstaurare la loro dignità personale.

“In zone di conflitto o aree colpite da disastri naturali, la maggior parte delle persone pensa a procurare acqua, medicinali, alloggi e cibo, che sono tutte cose molto importanti”, ha detto il direttore esecutivo dell’Unfpa Babatunde Osotimehin, secondo quanto riportato dal quotidiano nigeriano Vanguard.

“Ma le donne e le ragazze hanno bisogni specifici a cui nessun altro sta badando”.

Maryamu Adamu è convinta di esser stata all’inferno per i nove mesi in cui era prigioniera nella foresta di Sambisa. Non sa se suo marito e i loro due figli siano ancora vivi.

“So che fino a poco fa ero morta. Ma sono qui adesso, e mi sento finalmente viva. Ringrazio Dio che lo sono. Ringrazio Dio”, ha detto.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Esteri / Gaza: oltre 34.260 morti dal 7 ottobre. Media: "Il direttore dello Shin Bet e il capo di Stato maggiore dell'Idf in Egitto per discutere dell'offensiva a Rafah". Hamas diffonde il video di un ostaggio. Continuano gli scambi di colpi tra Tel Aviv e Hezbollah al confine con il Libano. L'Ue chiede indagine indipendente sulle fosse comuni a Khan Younis. Biden firma la legge per fornire aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti. Hamas chiede un'escalation su tutti i fronti. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis. Libano, Idf: "Uccisi due comandanti di Hezbollah". Il gruppo lancia droni su due basi in Israele. Unrwa: "Impedito accesso ai convogli di cibo nel nord della Striscia"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Esteri / Francia, colpi d'arma da fuoco contro il vincitore di "The Voice 2014": è ferito
Esteri / Gaza, al-Jazeera: "Recuperati 73 corpi da altre tre fosse comuni a Khan Younis". Oic denuncia "crimini contro l'umanità". Borrell: "Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti". Macron chiede a Netanyahu "un cessate il fuoco immediato e duraturo". Erdogan: "Evitare escalation". Usa: "Nessuna sanzione per unità Idf, solo divieto di ricevere aiuti"
Esteri / Raid di Israele su Rafah: ventidue morti tra i quali nove bambini