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La polizia ha arrestato un uomo accusato di aver venduto l’arma all’attentatore di Monaco

Immagine di copertina

Si tratta di un 31enne di Francoforte scoperto dagli inquirenti nel deep web dove vendeva illegalmente armi da fuoco

La polizia tedesca ha arrestato un uomo di 31 anni accusato di aver venduto la pistola Glock 17 utilizzata da Ali Sonboly il 22 luglio nella strage in un centro commerciale a Monaco di Baviera in cui l’adolescente ha ucciso nove persone prima di togliersi la vita.

S&D

Le autorità hanno arrestato l’uomo, di cui non è stato diffuso il nome, a Marburg, circa cento chilometri a nord di Francoforte, dopo averlo contattato sul deep web – ossia quella parte di web sommersa e nascosta che non può essere raggiunta dai comuni motori di ricerca – per acquistare una pistola automatica e una Glock 17 al prezzo di 8mila euro.

L’uomo nel colloquio con il presunto cliente si sarebbe vantato di aver venduto la stessa pistola e le munizioni anche all’autore della strage di Monaco. Affermazioni che secondo la polizia di Francoforte potrebbero essere supportate dalle prove finora raccolte dagli inquirenti.

“C’è il forte sospetto che il 31enne abbia venduto la Glock 17 utilizzata nella sparatoria di Monaco al 18enne tedesco-iraniano poco prima della sparatoria”, ha fatto sapere la polizia bavarese in una nota.

La procura di Francoforte ha scoperto il trafficante d’armi nell’ambito di un’altra indagine non direttamente collegata alla strage di Monaco. Gli inquirenti stavano investigando su alcune armi acquistate illegalmente da un contabile di 62 anni nel Nord Reno-Westfalia e da uno studente di 17 anni nell’Assia.

Nel corso dell’indagine è emerso che lo stesso uomo aveva venduto la pistola a Sonboly durante un incontro a Marburg, vicino Monaco, il 20 maggio e un mese dopo, quattro giorni prima della sparatoria, di 350 caricatori di munizioni.

Nessuna nuova prova nel corso dell’indagine è emersa su eventuali complici nella pianificazione e nell’esecuzione della sparatoria, ha precisato la polizia bavarese.

“Il successo dell’indagine dimostra una volta di più che anche nel deep web non esiste il completo anonimato e non ci si può completamente nascondere alla giustizia”.

Alexander Badle, portavoce della procura, ha dichiarato che “non ci sono prove evidenti che lo studente 17enne, di nazionalità tedesca” da cui è praticamente scaturita l’operazione “stesse pianificando un attacco terroristico” simile a quello di Monaco, né che fosse mosso da una motivazione politica, religiosa o ideologica, “nonostante il preoccupante quantitativo di armi accumulate”.

Il ragazzo ha certamente violato la legge tedesca sul controllo delle armi, ma per il momento è stato rilasciato, come anche il contabile. di 62 anni è stato rilasciato dopo essere stato sentito dagli inquirenti.

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