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Come sono andate le elezioni amministrative in Russia

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Il presidente russo Vladimir Putin. Credit: Reuters

Questa tornata elettorale sarà la più importante prima delle elezioni presidenziali russe del marzo 2018

Domenica 10 settembre 2017 si sono svolte in Russia le elezioni amministrative, la più importante consultazione elettorale del paese prima delle elezioni presidenziali, in programma per marzo 2018.

Con questo voto, 46 milioni di cittadini russi sono stati chiamati a eleggere gli alti funzionari a capo degli organi esecutivi di ben 17 tra regioni e repubbliche autonome all’interno della federazione, oltre ai membri delle assemblee legislative di sei regioni e diversi importnati consigli comunali.

Secondo i sondaggi, il partito del presidente russo Vladimir Putin, Russia Unita, otterrà un ampio margine di vantaggio sui partiti di opposizione. A sfidare il partito governativo, correndo per la poltrona di sindaco di Mosca, c’è Dmitry Gudkov, leader del movimento Democratici Uniti. La principale formazione politica di questo movimento è il partito d’opposizione Yabloko.

Chi ha vinto: i risultati 

  • I candidati del partito d’opposizione Yabloko hanno conquistato tutti e 12 i seggi nel quartiere Gagarinsky, il distretto dove vota anche il presidente Vladimir Putin. Complessivamente, nel distretto di Mosca, dove si corre per 1.502 seggi, il partito d’opposizione Yabloko ha detto di aver conquistato 180 seggi in 51 consigli distrettuali, come riporta l’agenzia russa Interfax.
  • In questo modo Yabloko risulta essere la seconda forza politica nella capitale, dopo il partito di Vladimir Putin. “L’unica forza politica in grado di resistere a Russia Unita, a Mosca, sono i Democratici Uniti, questa è una storia di successo”, ha commentato il leader dell’opposizione Gudkov, citato dall’agenzia AGI.
  • Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato all’Agi: “A Mosca, la maggioranza ha votato per Russia Unita” (il partito di Putin), riconoscendo comunque i buoni risultati dell’opposizione”.
  • Il voto ha registrato nella capitale il record negativo del 14-15 per cento di affluenza, secondo quanto reso noto dalla Commissione elettorale di Mosca. Poche ore dopo la chiusura dei seggi in tutto il paese il premier russo Dmitri Medvedev ha detto che le elezioni “possono essere riconosciute come valide”.
  • Durante la notte il quartier generale di Dmitry Gudkov ha detto che 190 candidati del movimento Democratici Uniti hanno conquistato i loro seggi, conquistando la maggioranza in 8 dei 12 distretti di Mosca. Le forze d’opposizione hanno inoltre detto di aver conquistato 11 dei 12 seggi nel distretto centrale di Tverskoi, a Mosca.
  • Altri exit poll, citati da The Moscow Times, attribuiscono a questo partito 110 seggi, mentre al partito di Putin, Russia Unita, attribuiscono 418 seggi. Altri 43 seggi sarebbero invece stati conquistati dai candidati indipendenti.

Dove si vota

A Mosca si voterà per rinnovare i 125 Consigli di zona per un totale di circa 1.500 “deputati rionali”.

Le regioni in cui saranno elette le assemblee legislative, dette dumas, sono: l’Ossezia del Nord, la repubblica di Udmurt, la regione di Krasnodar, quelle di Penza, di Saratov e di Sakhalin.

In altre 16 suddivisioni amministrative verranno invece eletti direttamente gli “alti funzionari”, simili a governatori. Tra queste figurano cinque repubbliche autonome, quelle di: Buriazia; Karelia; Mari; Mordovia e Udmurt.

Saranno eletti anche i governatori delle regioni di Perm; Belgorod; Kaliningrad; Kirov; Novgorod; Saratov; Sverdlovsk; Tomsk e Yaroslav.

La tornata elettorale vedrà anche l’elezione dei governatori dell’oblast di Ryazan e della città di Sebastopoli, in Crimea.

Il governatore della repubblica di Adygea sarà invece eletto dai consiglieri di stato di questa regione, ma, secondo lo statuto della repubblica dovrà avere il benestare del presidente russo Putin.

A queste consultazioni si aggiungono anche le elezioni suppletive per due seggi della Camera bassa russa, la Duma di Stato, che si stanno tenendo nel distretto di Kingiseppsky, nella regione Leningrad – quella della città di San Pietroburgo – e nel distretto di Bryansky, nell’omonimo oblast, nella Russia centro occidentale, al confine con Bielorussia e Ucraina.

Nove su 16 governatori appartengono al partito del presidente Putin, Russia Unita e sono dati in vantaggio dai sondaggi. Un altro partito che potrebbe avere un buon risultato elettorale è quello comunista.

In caso di mancato raggiungimento della maggioranza da parte di uno dei candidati, è previsto un ballottaggio che si terrà domenica 24 settembre.

Le proteste delle opposizioni

L’opposizione ha contestato la commissione elettorale centrale russa per aver escluso diversi candidati dalle elezioni, in particolare per quelle alla carica di “alto funzionario”.

Secondo le leggi elettorali russe infatti, per potersi candidare a governatore, un cittadino ha bisogno di presentare una lista di firme che includa almeno il 10 per cento dei consiglieri dell’assemblea legislativa della regione o della repubblica autonoma in cui si tengono le elezioni.

La maggior parte di queste assemblee sono però dominate dal partito di governo Russia Unita, questo avrebbe impedito, secondo le opposizioni, la candidatura di diversi esponenti politici non graditi al presidente Putin.

Questa regola, ribattezzata “filtro comunale”, è stata introdotta nella legislazione russa nel 2012 dall’allora presidente e attuale primo ministro Dimitrij Medvedev, con la riforma delle regioni che ha ripristinato l’elezione diretta dei governatori regionali.

Tra i candidati che hanno denunciato la propria esclusione, c’è Yevgeny Roizman, sindaco della città di Ekaterinburg, sul lato orientale degli Urali.

Con una pessima reputazione da amministratore ma con un grande seguito elettorale, il politico non ha potuto candidarsi nella propria regione natale di Sverdlovsk.

In un’intervista all’emittente radiofonica fondata dal Congresso degli Stati Uniti, Radio Free Europe, Roizman ha affermato che le autorità russe si sono assicurate di eliminare dal campo l’intera opposizione.

“Non c’è un unico vero sfidante forte”, ha detto Roizman, sostenendo che avrebbe vinto le elezioni se qualcuno non avesse bloccato la sua candidatura.

Ella Pamfilova, a capo della Commissione centrale elettorale russa, ha respinto le insinuazioni di Roizman che la sua esclusione sia stata voluta dal Cremlino.

“È difficile per me credere che un funzionario esperto come Roizman, che guida una grande città ed è in possesso di indubbie doti di amministratore, sia una debole vittima del regime”, ha detto Pamfilova al quotidiano economico russo RBK.

Perché questo voto è importante

Questa tornata elettorale sarà la più importante prima delle elezioni presidenziali russe del marzo 2018. I risultati elettorali daranno un’idea del consenso che riescono a catalizzare i partiti seduti nella Duma.

La capacità di raccogliere voti del partito di governo è particolarmente importante per le prossime elezioni presidenziali, infatti, secondo alcuni commentatori russi, Putin avrebbe intenzione di candidarsi come indipendente, non come candidato del partito Russia Unita, per capitalizzare al massimo il consenso dei russi.

Anche se non ha ancora annunciato ufficialmente la propria candidatura però, Vladimir Putin dovrebbe vincere anche le elezioni del 2018.

In questo caso, si tratterebbe del suo quarto mandato alla presidenza, il primo risale infatti alla fine del 1999 ed è stato interrotto solo da un periodo di quattro anni, in cui ha servito come primo ministro dell’allora presidente Medvedev per evitare di violare il limite massimo di due mandati previsto per la più alta carica del paese nella costituzione russa.

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