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Un consigliere di Aria Spa rivela a TPI: “Fontana manda via noi ma promuove il direttore generale. Così serve a poco”

Immagine di copertina
Un murale dell'artista Cristina Donati Meyer realizzato sul muro esterno dell'ospedale Portello in Fiera, ora chiuso, raffigura il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana nel gesto di pugnalare il simbolo della Regione a Milano, 10 giugno 2020. Credit: ANSA

Parla Mario Mazzoleni, consigliere dimissionario di Aria: “Quella di Fontana è solo un'operazione di facciata, il Cda era comunque in scadenza e rimarrà in carica fino al cambio della guardia. I problemi dell'azienda risalgono alla sua genesi, il nostro portale non è nato per gestire i vaccini ed è in parte digitale e in parte manuale. A gennaio si era deciso di utilizzare il sistema delle Poste, poi però si è passati al portale interno. Chi lo ha deciso? Non si sa. Ma non capisco come mai chi ha eseguito quegli ordini possa rimanere alla testa dell’azienda, oltretutto promosso"

Il caso Aria Lombardia continua a tenere banco. La moral suasion (come l’ha sarcasticamente definita il consigliere lombardo del Pd Pietro Bussolati) operata da Attilio Fontana nei confronti del Consiglio d’amministrazione dell’azienda, interamente controllata dalla Regione, ha suscitato reazioni molto piccate. Nessuno, però, può conoscere i fatti come chi li ha vissuti in prima persona e uno dei consiglieri dimissionari, Mario Mazzoleni, ha deciso di raccontarli a TPI.

S&D

“A 64 anni non avrei mai pensato di essere licenziato in conferenza stampa. Anzi: nemmeno mi hanno licenziato, ma mi hanno ‘caldamente consigliato’ di dare le dimissioni. Una cosa veramente incredibile, pensando oltretutto che il CdA di cui faccio parte era in scadenza e che comunque rimarrà in carica fino al cambio della guardia. Un’operazione di facciata, per mascherare quello che veramente non funziona”.

Mazzoleni, ci dica lei, allora, che cosa non funziona nella campagna vaccinale in Lombardia?
“Farei una premessa. I problemi di Aria Lombardia risalgono alla sua genesi, alla quale forse non si è prestata un’attenzione sufficiente. Eppure, già Lombardia Informatica (una delle aziende confluite in Aria, ndr) già necessitava di interventi. Credo che si sia sottovalutata la complessità dell’aggregazione. Poi è arrivato il Covid-19 e questo ha impedito di risolvere quei problemi ai quali forse, a voler essere buoni, si poteva ovviare in corsa. In fondo, credo che il mio coinvolgimento in Aria fosse legato proprio a questa esigenza”.

La sua è stata una nomina politica o tecnica?
“Il mio nome è stato indicato dalle minoranze del Consiglio regionale, che tuttavia hanno scelto di puntare su una figura tecnica con una certa esperienza nel settore. Sono stato manager e presidente di varie banche, sono membro di Confindustria, docente universitario e da 12 anni dirigo l’MBA della Bocconi. Insomma, forse avrei potuto dare un contributo utile, se ce ne fossero state le condizioni… Però non possiamo fare finta che il Covid-19 non ci sia stato e che il problema non sia la gestione dei vaccini, che si deve discutere senza banalizzazioni”.

Che cosa intende?
“Dare al CdA le responsabilità di quello che sta accadendo è come stendere un lenzuolo sul problema reale. Oltretutto nessuno dice che noi consiglieri siamo in scadenza: nonostante le dimissioni, resteremo comunque in carica fino al cambio della guardia e quindi nei fatti non cambia proprio niente! Per rinnovare il CdA sarebbe bastato convocare l’assemblea, invece si è voluto dare in pasto all’opinione pubblica il messaggio che anche in Lombardia chi sbaglia paga e che, così come a Roma si è deciso di avvicendare Arcuri, anche qui non si lasciava correre. Ma il CdA non c’entra assolutamente niente con questa situazione”.

E allora da chi nasce il problema?
“Beh, io vorrei tanto sapere chi ha deciso di fare una campagna vaccinale così accentrata! Tale scelta confligge con la complessità della Regione e con le diverse Ats che operano sul territorio. Aggiungo che qualcuno, fin da gennaio, aveva cercato di ricorrere al portale delle Poste: perché poi si è deciso di fare diversamente? Si spieghi questo, prima di accusare chi sta utilizzando il portale di Aria!”.

Ma perché il portale di Aria sta avendo tanti problemi?
“Ovviamente il portale di Aria non è nato per questo scopo specifico e oltretutto c’è un problema basilare: tuttora è in parte digitale e in parte manuale. Basta una conoscenza basica dell’informatica per capire che tale duplicità è foriera di disastri. Si è perso molto tempo nel tentativo di utilizzare il portale delle Poste, poi quando si è deciso di passare a quello di Aria lo si è fatto in tempi rapidissimi. Tuttavia, non sia sa chi ha deciso questo cambiamento e certamente non si è risolto questo problema”.

Ma qualcuno ha fatto presente che tale problema esisteva?
“Francamente non glielo so dire, ma non ce n’è traccia scritta da nessuna parte. Non posso dire se questa segnalazione ci sia stata o se si sia deciso di eseguire gli ordini senza discuterli. La cosa che non capisco è come chi abbia eseguito tali ordini poi rimanga alla testa dell’azienda, oltretutto promosso”.

Lei chiaramente si riferisce a Lorenzo Gubian, indicato dal presidente Fontana come nuova guida di Aria…
“Esatto. Fontana e Moratti si lamentano delle mancate risposte ricevute da Aria, ma non doveva essere proprio lui a dare riscontro? Invece hanno scelto di mandare via noi, che comunque siamo in scadenza di mandato. Una mossa ad effetto, chiaramente, ma nulla di più”.

Leggi anche: 1. È ora di commissariare la Sanità lombarda: lettera al ministro Speranza / 2. Le Regioni in ritardo sui vaccini sono tutte guidate dalla Lega

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