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“Restiamo umani”, attivisti si incatenano davanti al ministero dei Trasporti per protestare contro le politiche migratorie

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Dalla mattina di oggi, 11 luglio, più di 50 attivisti della rete #RestiamoUmani sono incatenati alla scalinata di ingresso del Ministero dei Trasporti, in via Nomentana a Roma, per protestare in modo pacifico e nonviolento contro le politiche dell’attuale governo che, con la connivenza dell’Ue, stanno causando l’aumento esponenziale del numero di persone che muoiono in mare nel tentativo di raggiungere le coste europee.

S&D

Gli attivisti, vestendo giubbotti di salvataggio e salvagenti, hanno inoltre aperto uno striscione con scritto “Naufragi di Stato”.

“Il Mediterraneo è ogni giorno di più teatro di stragi, con centinaia di persone annegate. Riteniamo che lo stato italiano e l’Unione europea siano responsabili di queste morti, che si possono evitare con la presenza di assetti preposti al soccorso, con l’impegno alla creazione di vie legali e sicure per la migrazione, con un’equa distribuzione su scala europea degli sforzi volti a un’adeguata ricezione e accoglienza delle persone in arrivo”, dichiarano le attiviste e gli attivisti.

“Oggi manifestiamo davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti perché bisogna porre subito un freno all’istituzionalizzazione dell’omissione di soccorso e del reato di solidarietà. L’Italia e l’Europa non possono lasciar annegare persone in mare, soprattutto perché l’obbligo di soccorso, sancito dall’articolo 98 della Convenzione ONU sul Diritto del Mare, è il principio chiave del diritto della navigazione e un dovere statuale, messo in atto attraverso la persona del Capitano a bordo della nave chiamata a intervenire, per compiere un imprescindibile atto di solidarietà: tendere una mano, il fondamento della legge tacita dei marinai”.

Nel comunicato dell’associazione Greenpeace, che è parte della rete Restiamo Umani si legge: “L’Italia per molto tempo è stata in prima linea nel Canale di Sicilia, con Guardia Costiera e Marina Militare che hanno salvato centinaia di migliaia di vite. Tuttavia, dall’inizio del 2017 a oggi, stiamo assistendo a una stretta sempre più forte al margine d’azione delle navi civili in mare che soccorrono, testimoniano e denunciano”.  

“Queste politiche e la riduzione dei soccorsi hanno aumentato il numero di persone che annegano nel Mediterraneo centrale: oltre 1000 confermate dall’inizio dell’anno. Il Canale di Sicilia ha raggiunto il drammatico primato di confine più letale al mondo, con una persona su 7 dispersa nel solo mese di giugno (Fonte: UNHCR). Un tragico traguardo, raggiunto per il quinto anno consecutivo, nonostante il calo nel numero di arrivi. L’elevata perdita di vite umane dimostra quanto sia urgente rafforzare le capacità di ricerca e soccorso nella regione e aprire canali legali di arrivo”.

La rete #RestiamoUmani invita a partecipare agli eventi di solidarietà che si terranno in questi giorni in Italia e in tutta Europa, tra cui la manifestazione a Ventimiglia (“Ventimiglia città aperta” del 14 luglio prossimo).

L’associazione Baobab intanto denuncia:

Leggi anche l’intervista esclusiva di TPI al ministro Danilo Toninelli
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